LE MILLE FACCE DI JEWEL: Una Rosa A Forma Di Donna

Jewel blues, Jewel tori, Jewel folk, Jewel yodel, Jewel pop, Jewel dance, Jewel rock, Jewel la poetessa, Jewel la sexy. Jewel che sussurra e che urla, prendendo il sopravvento, con la sua vocina sublime e suadente.

Jewel che ci ama e ci regala "This Way": un album che raccoglie tutte le sue più torbide emozioni, rendendoci partecipi della sua continua e progressiva mutazione che si apre a caleidoscopio, lasciando dentro noi luci e ombre. Un mosaico fatto in donna, che racchiude in uno scrigno magico melodie semplici, ma da cui non riesci a liberartene.

Perchè Jewel è una strega dai capelli biondi e la voce è il suo incantesimo, che sia usato in una canzone radiofonica come "Standing Still", in una struggente ballata da brividi chiamata "Break Me" o nell'improvvisa furia rock dalle influenze quasi trickyiane, di "Serve The Ego", riesce sempre ad ammaliare. Perchè la cantautrice dell'Alaska vive ancora nella luce soffusa delle incredibili ballate di "Pieces Of You", eppure riesce sempre a sorprendere, come se stessimo ascoltando qualcosa di nuovo.

Perchè cosa dovrebbe essere un buon disco pop se non un miscuglio di frivolezza e arte? I due capi falsamente opposti di questo mondo. Il pop che è anima, ma che ti mette allegria ascoltarlo di domenica. Il miscuglio tra rock e folk che attanaglia l'anima e tiene ammaliati anche gli scettici.

E se con "Everybody Needs Someone Sometimes" sembra di assistere tragicamente (e dico sembra, perchè al secondo ascolto la canzone diventa miracolosamente un incontro amoroso tra il blues più crudele e il folk più pulito) ad una Sheryl Crow qualunque, Jewel ti spiattella in faccia una gemma come "Break Me", una canzone che viene direttamente dal paradiso. Una storia d'amore fatta di spine, sangue e mani nude che feriscono l'anima, ma anche di una passione impossibile da accettare.

Ma la songwriter non si ferma qui, non si accontenta solo di uno dei suoi vertici artistici, e così "This Way", se anche spesso pare cadere in banalità o apparenti cali, non perde mai il mordente e la voce di Jewel tesse fili dorati. "Do You Want To Play" è un urlo vero e proprio al cielo, nei suoi cori che graffiano il firmamento con dei coltelli dalla punta affilata e le chitarre estatiche, "This Way" è una dolcissima canzone acustica americana che descrive perfettamente la passione e la disegna con gli acquerelli, due pezzi che dimostrano l'ambizione e la passione della cantante mischiate al suo talento, dono del cielo.

"Cleaveland" ricorda pericolosamente una Tori Amos che si mette a fare country, "I Won't Walk Away" tenta la ballata elettronica e fa centro, e "The New Wild West" è un paesaggio fotografico di suoni e colori, di chitarre elettriche che salgono e scendono accarezzando l'ugola di una delle più preziose e suadenti cantautrici che il rock ha mai saputo offrire.

E quando il disco finisce Jewel non è più una donna, ma una rosa che ha paura di essere ferita da mani nude. Mai il pop è stato così sublime.

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