Quando nel 1968 un 24enne vocalist di "Rythm'n Blues" proveniente dal nord dell'Inghilterra fece irruzzione all'interno della scena musicale londinese dell'epoca, nessuno avrebbe potuto immaginare quanto veloce sarebbe stata la sua scalata verso la fama. Joe Cocker (questo il nome del giovane vocalist), fa il suo esordio discografico nell'anno successivo con un album denominato "With A Little Help From My Friends" dal titolo del celebre brano dei Beatles di cui è presente una cover all'interno del disco. 

Oltre alla Grease Band, formazione capitanata da Cris Stainton (bassista, organista nonchè coautore insieme allo stesso Cocker delle 4 songs inedite presenti nell'lp) e completata dal pianista Tommy Eyre e dal batterista Clem Cattini; Cocker si avvarrà per le registrazioni delle 12 tracce del disco dei più quotati e richiesti turnitisti-studio (all'epoca dei fatti) presenti  in terra anglosassone. Alle chitarre si alterneranno nei vari brani Jimmy Page (Led Zeppellin, New Yardbirds, The Firm etc....), Albert Lee (che diventerà negli anni il più richiesto chitarrista country- rock del globo nonostante la sua cittadinanza inglese), Henry McCullough (Jesus Christ Superstar, Wings, Pink Floyd etc..) ; all'organo hammond Stevie Winwood (Traffic, Blind Faith etc..) e Mattew Fisher (Procol Harum).

Fra le 12 tracce dell'album, oltre alle 4 firmate dal duo Cocker-Stainton, trovano spazio ben 8 cover di brani portati in precedenza al successo dai più importanti autori ed interpreti dell'epoca. Nonostante ciò, il frontman di Sheffield coadiuvato dai prestigiosi musicisti di cui sopra, non mancherà di vestire ognuno di questi classici dei sixsties di nuove atmosfere ed arrangiamenti personalizzati, riuscendo talvolta nell'impresa di stupire l'ascoltatore distaccandosi decisamente  dagli originali e donando quindi un'anima e un taglio nettamente soul-blues ad ogni brano, elemento quest'ultimo che contraddistinguerà l'intera discografia di Cocker che da qui in poi avrà i suoi migliori momenti in qualità di interprete.

Davvero difficile stilare delle preferenze per un estimatore del sound anglo-americano dei tardi '60, riguardo le songs presenti in questa storica incisione. Si va dalla title-track "With A Little Help From My Friends" dei Beatles riarrangiata in 3/4, per una versione carica di feeling e tensione blues (in cui giocano un ruolo fondamentale i "nervosi" interventi solistici di Jimmy Page e i backing vocals delle 3 coriste di chiara appartenenza gospel) alla catartica "Don't Let Me Be Misunderstood" di Nina Simone (che qualche anno più tardi conoscerà il successo di massa attraverso una versione dance dei Santa Esmeralda). Non sfigurano assolutamente anche i due brani attinti dal repertorio del miglior Bob Dylan: "I Shall Be Released" resa molto intensa anche dal sapiente playng di Stewie Winwood all'organo e  la strappalacrime "Just Like A Woman". Interessante anche la rivisitazione dello standard datato 1926 "Bye Bye Blackbird". Merita di essere messa in risalto fra i brani firmati da Cocker "Sandpaper Cadillac", brano che una ventina di anni dopo l'italico Fornaciari non mancherà di deufradare traendone ispirazione (eufemismo) per la sua "Menta e rosmarino". Bella anche  la scanzonata traccia di apertura "Feeling Alright" (Dave Mason),  anche se si discosta nettamente rispetto alle atmosfere che verranno respirate più avanti nel disco.

Grazie a questo esordio discografico, Joe Cocker si guadagnerà nell'Agosto del 1969 la partecipazione al Festival di Woodstock in cui il suo live set risulterà essere fra i più memorabili ed intensi. A parer mio "With A Little Help From My Friends" può essere annoverato tranquillamente  ed fra i 10 dischi più importanti ed influenti della Woodstock generation. Disco da possedere.

Bye.

Carico i commenti... con calma