Un nome che da almeno 20 anni vediamo attaccato in manifesti casuali di discoteche o rave. Si forma il cyberpunk dei Suicide e dei film, ma per fortuna nel 1972 c'è stato qualcuno che si è reso insuperabile da tutta la miriade di DJ successivi a lui. Il biondino Schulze, che insieme all'altro biondo Gottsching, ha fatto calare la manna dal cielo a tutti i ragazzi tedeschi e non.

L'inizio è stato scoppiettante, uno shock, un'espulsione creativa che superava alcuni scialbi, già all'epoca, prodotti inglesi e americani. Abbandonati i progetti iniziali di Tangerine e Ash Ra Tempel, dà alle stampe "Irrlicht" che conteneva quella stranissima e surreale "Ebene".

Ma queste opere non possedevano soltanti brani, ma una vera e propria concezione al riguardo del fare musica, la quale doveva intervenire nel sociale, sui giovani e sui loro pensieri "filosofici". E' di sicuro un buon aiuto per chi fa Yoga sentire i Popol Vuh ma, a parte gli interessi e gli stili di vita che possono avere tutte le persone del mondo, queste sono delle opere artistiche, come un Rothko, Mirò o Ernst.

I Beatles hanno aiutato e agevolato molte menti nell'effettuare album e generi, ma spingersi fino a dove era arrivato gia nel 1972 Schulze rende riduttivo parlare di influenze o amori musicali possibili di Klaus. Si sarà potuto gasare nel sentire "Some Velvet Morning" dei Vanilla Fudge anni prima, come molti dell'epoca, ma quando ha toccato a lui comporre un disco ha certamente superato certe idee illustri dei Settanta. Ora le band, con i tour, le promozioni, le interviste a milioni canali youtube, radio e cavoli vari, per fare un disco ci mettono due anni e altri tre per poi farne un altro.

Meditare sulle idee è pregevole come aspetto. Ma qui nello stesso anno Schulze ha prodotto "Irrlicht" e "Cyborg"! Gli riusciva cosi facile suonare? Può essere pure, ma c'è altro. Troviamo un approccio verso la musica inteso non come "dovere" o "per fortuna mi hanno sentito questa canzoncina messa su internet e ora ho un contratto con una casa discografica che mi sta scrivendo le melodie, sulle quali metterò due versi in rima o quasi". Qua c'è il voler suonare, come prima cosa, e poi, visto che la classe non è acqua, la possibilità di lasciare il segno.

Non volevano certo diffondere un genere con il quale, venti anni dopo, avremmo avuto il divertimento di dargli un nome e gasarci sui siti nel dare ghettizzazioni "pre-industrial/post-krautrock/cyber-noise-techno.." La risposta era verso le nazioni che avevano diffuso il rock e le dimostrazioni non erano basse per niente.

L'incipit "Synphara" è contraddistinta dai voli pindarici dell'elettronica, mentre il mood, non desolato e disperato di "Irrlicht", si tinge di visioni occulte. L'orchestra da camera con numerosi violoncelli, violini e flauti appoggia il muro sonoro di Klaus. "Conphara" non lascia scampo alla riflessione ma è un turbinio mentale che si scaglia su di noi. Altro che l'incedere della minimal odierna..qui si anticipa i rave, per tranquillizzare qualche muso storto dopo l'aver letto "orchestra da camera"..

Non c'è di più bello del rock e dell'elettronica quando sposano altri lidi; infatti il pop scialbo delle radio è frivolo perchè non è coniato con il rock o con quelle belle basi drum and bass anni 90 ("Per Un' Ora D' Amore" dei Matia rivista con i Subsonica per capire..). L'inasprimento graduale dei toni è arricchito lentamente da tutti gli elementi, che liberano le composizioni dalla staticità. Da sottolineare è il non voler creare atmosfere o variazioni di sentimenti, ma bensì il proporre l'asetticità di una struttura di pochi accordi e portarla avanti, contando sullo shock nevrotico dell'ascoltatore.

"Chromengel" è il lato più oscuro e pauroso che fa approdare a una diminuzione dell'elemento "noise" e ad un aumento della potenza del messaggio sinfonico. I cinguettii dei sintetizzatori sono i fattori che estraneano l'orecchio, il quale si basa sulla bilancia data dalla melodia dei violini e dell'ambient. Si cerca di non farci sfuggire nulla, si prova a individuare i pensieri più profondi che possono scaturire nella mente all'ascolto di questa bellezza; perchè non si sta sentendo la musica, si sta vivendo in un mondo.

L'impatto emotivo è forte e con il finale "Neuronengesang" si può decidere se "accendere la luce" o persistere in questo susseguirsi di nuvole e solitudine. Ci si eclissa pensando e sperando che arrivi qualcosa che spezzi la tensione, ma ci si abbona all'emigrare in lande divinamente sconosciute. Ora ci rimane solo che leggere le note, basta lessico.

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