Immarcescibili.

Questo è forse l’aggettivo che più si adatta all’ex quintetto californiano capitanato dal carismatico cantante Jonathan Davis; non saprei infatti come meglio definire un gruppo attivo da oltre un decennio e ostinatamente ancorato ad un sound aggressivo che è, nonostante lievi aggiustamenti di mira, sempre lo stesso da almeno sette anni.

E’ stato infatti il grande successo di vendite e di critica ottenuto col terzo album del 1998 "Follow The Leader" a spingere i Korn verso il comodo sentiero dell’auto-celebrazione. Si è trattato di una scelta che non ha comunque impedito a Davis & Soci di pubblicare negli ultimi anni alcuni singoli dalla struttura semplice ma dall’impatto devastante.

All’inizio del 2005 uno dei due chitarristi, Brian “ Head” Welch, ha lasciato la band a seguito di un’improvvisa e folgorante conversione al cristianesimo. Il nuovo album "See You On The Other Side" non sembra tuttavia risentire minimamente della sua assenza. L’unico aspetto nel quale può aver giocato un ruolo importante il venir meno di una seconda chitarra è la presenza, in questo lavoro, di molte tracce dove è la sezione ritmica a farla da padrona (la quasi industrial "Throw Me Away", l’anomala ballata "Love Song" e le più prevedibili "Coming Undone" e "For No One").
Rispetto agli esordi le influenze hip-hop sono di fatto scomparse e l’ossessiva ricerca di un ritornello orecchiabile si è fatta sempre più assidua. Il singolo "Twisted Transistor", nonostante un ritornello non banale, resta tuttavia al di sotto dello standard dei Korn. Va decisamente meglio con la seconda traccia "Politics", accattivante e violenta al tempo stesso, ma si tratta di un episodio isolato. Siamo probabilmente davanti al peggiore album mai dato alle stampe dai Korn. Peccato.

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