Che il futuro dei Korn non fosse dei più rosei era nell'aria da tempo. Prima un album semideludente quale 'Take A Look in The Mirror', poi un 'Greatest Hits' a scopo prettamente commerciale e poi l'abbandono di uno delle due chitarre, "Head", che all'improvviso si converte al cristianesimo.
Certo questo album non è proprio del tutto negativo, si sente comunque la qualità dei suoni a cui l'adesso "quartetto" ci avevano abituato e sono chiare e forti anche delle novità, della voglia di esplorare nuovi orizzonti, con qualche sperimentazione elettronica.
I Korn sono sempre stati un gruppo tendente all'innovazione, all'allargamento dei nuovi confini, ce l'avevano dimostrato più volte, dimostrandoci una costante evoluzione dal primo album fino ai grandi fasti di 'Follow the Leader' e 'Issues', poi cominciando la commercializzazione con 'Untouchables' e il suo successore, sempre restando fermi sulla loro potenza.
Questo nuovo album possiamo definirlo una mezza riuscita, in cui Davis lascia scomparire ogni traccia dei vecchi rap cattivissimi che lo caratterizzavano. Le chitarre seguono percorsi già tracciati, magari con qualche sperimentazione rivolta all'elettronica, ma è percettibile la mancanza di Head. La potenza sembra svanire per lasciare spazio a qualcosa di più "mainstream", ma non mancano i lavori interessanti. L'album si apre con il singolo di lancio, Twisted Transistor, uno dei pezzi più interessanti dell'album, banale fino a un certo punto ma sostenuto da un ritornello alquanto piacevole in quanto trascinante. Segue Politics, un'altra bella canzone, con un testo prettamente politico, e una potenza non indifferente rispetto agli standard degli altri pezzi; Hypocrites, è il primo pezzo in cui si sente la sperimentazione dei Korn in questo album; il riff portante di chitarra è abbastanza trascinante e l'incisività della voce di Davis rende la canzone molto apprezzabile. Souvenir, un pezzo abbastanza banale, continua la serie di canzoni positive salvandosi in calcio d'angolo con un ritornello godibile anche se la canzone nel complesso risulta scadente.
10 Or A 2-Way, un pezzo che sembra strutturato per dimostrarci tutte le innovazioni che i Korn hanno incluso nell'ultimo lavoro finisce per risultare noioso, per quanto la canzone abbia uno scheletro portante piuttosto ben studiato; Throw Me Away sinceramente è un pezzo molto scadente, dove la batteria è per la prima volta sintetizzata e i suoni sono tra lo sporco e l'industrial - apprezzabile per certi aspetti, troppo oscura e anonima pe altri; segue un'altra canzone alquanto lenta e sperimentale, Love Song, in cui la voce di Davis stona un po con il contesto (il titolo dice "canzone d'amore"... bah); segue Open Up, una canzone che è tutto tranne quello che dovrebbero essere i Korn; è qui che si sente l'eccessiva esposizione al commerciale del gruppo, dove l'elettronica che il gruppo voleva interporre nella loro cattiveria metallica finisce nella banalità più struggente; Coming Undone, dallo schema semplicissimo è invece una sorpresa, perchè risulta essere assieme ai primi tre uno dei pochi pezzi che non sembrano stancare nonostante l'estrema semplicità compositiva; Getting Off, dall'inizio che può lasciare leggermente a desiderare, è un altro pezzo sul limite della decenza, dove domina l'utilizzo della cattiveria nella voce e nei riff di chitarra - è qui che si sente maggiormente la mancanza dei rap di Davis; la successiva, Liar, lascia sinceramente un po' a desiderare dopo aver ricreato all'inizio l'atmosfera di capolavori come Freak On A Leash e Falling Away From Me, per poi scadere nel banale di quasi tutte le canzoni di questo album con un ritornello alquanto brutto e scontatoò.
Il terzultimo pezzo, For No One, un altro pezzo fortemente influenzato dal moderno "nu metal di massa", che va tanto di moda ultimamente, lascia molto a desiderare; Seen It All, è il pezzo più sperimentale, con l'uso anche di tastiere e sintetizzatori, forse troppo lungo però (6:19) per gli scopi dei Korn. Risulta infatti alquanto noioso ed è forse il pezzo più brutto dell'intero album; Tearjerker, è la classica canzone lenta che caratterizza TUTTI gli album metal moderni, come contentino per la gente che non apprezza la violenza nelle canzoni; non ha niente di particolare e di caratterizzante, una semplice conclusione, secondo me "ingiustificata", con un calo di potenza che non poteva concludere peggio un album già di per sè mediocre.
Infine posso dire solo una cosa, l'unico modo per recuperare questo gruppo dalle grandi idee è che lascino passare 3 o 4 anni prima di buttare fuori un altro album, studiando per bene e rivangando sulle proprie scelte musicali. Secondo me non è stata una scelta molto conveniente tentare la virata e il cambio di genere, ma comunque l'album non è stato criticato da tutti, anche se le opinioni si sono trovate schierate su meridiani opposti. Sinceramente lo sconsiglio a chi di Korn ha sentito parlare tanto bene, però lo consiglio a chi è interessato a sentire la sperimentazione in questo campo, che molti gruppi hanno o stanno tentando e hanno o stanno fallendo.
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