Successivamente alle tournée (Australia, Nord America, U.S.A., ecc..) di supporto al quarto innominato capitolo della discografia dei Led Zeppelin, tra i risultati conseguiti vi è oramai la consapevolezza che la crescita della popolarità, non sia soltanto basata sull'eterna ricerca di sovreccitazione di quegli adolescenti che nella musica dei quattro, riescono a trovare appagamento attraverso l'aumento del volume come negli istrionismi offerti dal gruppo nei live-act. Eventi come l'inferno scatenato allo show del Vigorelli di Milano del 3 luglio del 1971 e l'impedimento dato dal Governo conservatore di Singapore all'atterraggio dell'aereo che portava la band, che di fatto impedì lo svolgimento dello show preventivato nella omonima Repubblica del sud-est asiatico per il 14 febbraio del 1972, rafforzarono il mito di quell'immagine trasgressiva che in maniera abile e naturale si andava oramai consolidando intorno al gruppo.
E' il 1973 l'anno in cui gli Zeps dovranno dimostrare di essere la migliore delle rock band in circolazione. Nell'aria si respira quella magica atmosfera che può favoreggiare la differenza, visto che le gremite arene dei concerti e le sensazionali vendite dei dischi come i numerosi compiti svolti diligentemente da un ostinato addetto stampa come B.P. "Beep" Fallon non bastano più; bisogna sdoganare i quattro presso la stampa estera, ma a questo ci penserà il nuovo assunto Danny Goldberg appartenente allo staff del numero uno dello star system americano, Lee Solters.
Si pongono le basi per il quinto lavoro, destinazione Stargroves, per l'esattezza una equipaggiata casa di campagna di Sir Michael Philip "Mick" Jagger, verso cui negli anni a venire muoveranno numerose altre stars. Le registrazioni si spostano anche nell'Hampshire presso l'Headley Grange con il supporto dello studio mobile dei Rolling Stones, passando per gli Island e gli Olympic Studios di Londra e gli Electric Lady con base ovviamente a New York. Avvenimenti di carattere personale come la nascita di Karac, il secondogenito di Plant, quanto il folle innamoramento di Page per la modella quattordicenne Lori Maddox, che diverrà la sua compagna ufficiale, caratterizzeranno questo frangente della vita della band; proprio in questo periodo accrediterà i 4 Zeppelin non più come dei semplici musicisti, bensì come dei veri officianti dei loro ammalianti concerti alla cui seduzione è possibile prender parte, semplicemente acquistando un biglietto di un loro show.
Per "Houses Of The Holy" (per tutti "le case sacre") viene messa in cantiere una gran quantità di materiale, che comporterà l'esclusione di alcuni brani, ripescati più in là per un successivo impiego. Ulteriori ritardi alla pubblicazione furono apportati dalla scelta della copertina per cui fu impiegato il "floydiano" Studio Hipgnosis a cui fu affidata la certosina lavorazione dell''immagine dei due bambini nudi ritratti sulle celeberrime Giant's Causeway in Irlanda.
Basta lasciar andare il tasto play per rendersi conto che anche questa volta in apertura di lavoro è una complessa attività di coordinamento strumentale che vede le stratificazioni chitarristiche di Page ed il picchiar duro di Bonham come protagonisti, preparando un fertile terreno per il sanguigno completamento ritmico promanante dalle mani di Jones, per un brano che prima di giungere al concepimento dello storico titolo definitivo "The Song Remains The Same" per l'appunto, era passato per i non esaltanti "The Overture" e "The Campaign". Per "The Rain Song" (già concepita da Page quasi per intero nello studio di Plumpton), una canzone in cui aleggia una mesta aire accentuata dal mellotron e da un'orditura prog che in quegli anni andava per la maggiore. L'atmosfera di afflizione trova poi espressione attraverso l'innata espressività dei gorgheggi di Plant che danno davvero tanto attraverso un testo forse tra i più ispirati dal carattere intimo-sentimentale (I watched the fire that grew so low It is the summer of my smiles Flee from me Keppers of the Gloom Speak to me only with your eyes, it i sto you I give this tune = Guardavo il fuoco crescere piano E' l'estate dei miei sorrisi Via da me Custodi delle Tenebre Parlami solo con i tuoi occhi, a te dono questa canzone). Con "Over The Heels And Far Away" fuoriesce l'anima dicotomica della band che nel suggestivo succedersi tra parti elettriche ed acustiche, ne conferma l'esemplare stato di grazia in cui trovano pieno equilibrio gli ingredienti coinvolti. Una redditizia occhiata agli ambienti musicali non strettamente legati al rock, deve aver portato i quattro Zeps a comporre un brano tipicamente funky come "The Crunge" (peraltro utilizzata come la B-side di "D'yer Mak'er") che porta il buon Plant a richiamare spiritosamente James Brown, senza mai cedere al cattivo gusto.
Specchio sincero della spensieratezza ed il divertimento che regnava a Stargroves è sicuramente "Dancing Days" in cui è Page guidare l'intero brano con un tocco brillante e solo apparentemente ripetitivo, capace anche in questo caso di conferire un'identità esclusiva al brano. Un'atmosfera radiosa si percepisce prestando orecchio ad un tentativo ispirato di Bonham di riprodurre un'inebriante atmosfera doo wop propria degli anni cinquanta che porta il titolo di "D'yer Mak'er", nient'altro che una simpatica deformazione del termine Jamaica, per indicare la connotazione reggae definita dalla sobbalzante ritmica. In un album come questo bisogna aspettar l'ascolto di "No Quarter" per far sì che gli argini della perfezione creativa assaporata fino ad ora venga superata - a parere di chi scrive -, da questi sette minuti di immenso piacere uditivo. Un brano che da a Page l'opportunità di sfoggiare una memorabile attività di rifinitura con un sound cristallino consono a far risaltare un testo dall'indole mitologica che ci fa conoscere un Plant angosciante e sofferente (Close the door, put out the light You know they won't be home tonight The snow falls hard and don't you know The winds of Thor are blowing cold They're wearing steel that's bright and true They carry news that must get through They choose the path where no one goes They hold no quarter, they ask no quarter = Chiudi la porta, spegni la luce Sai che non saranno a casa stanotte Nevica forte e non sai che I venti di Thor sbuffano gelidi Vestiti d'acciaio puro e splendente Portano notizie che devono arrivare Scelgono il sentiero che nessuno prende Sono senza direzione e non la cercano). Un esilarante compendio sonoro che nei live act rappresenterà lo spazio riservato per l'occasione alle tastiere di Jones. La scelta di "The Ocean" in chiusura è l'ultima occasione per gioire di un trascinante brano in cui l'elettrizzante carica diffusa, non faticherà a coinvolgere quell'incontenibile voglia di partecipazione che distinguerà l'impetuoso pubblico a cui il brano vuole essere un sentito omaggio.
Dopo un attento ascolto non è difficile acquistare quella consapevolezza che ci porta ad affermare che una volta raggiunta la vetta, si può solo scendere. Quel che fecero i Led Zeppelin per questo lavoro, fu di tirar fuori il meglio di loro stessi esprimendo come per i lavori precedenti, ancora un ragguardevole accrescimento artistico, seppur inappropriati sarebbero stati i paragoni con il potente quarto capitolo o il dualismo che ne aveva contraddistinto il terzo.
Page/Plant/Jones e Bonham avevano imparato a volare molto in alto, come solo uno Starship...poteva fare!
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