Avevo chiesto se qualcuno poteva fare la recensione di questo disco, ma nessuno voleva saperne. Allora ho preso il coraggio di farlo io, di dare luce a questo disco che sicuramente è molto interessante, con spunti molto memorabili della mitica chitarra di sir Jimmy, delle esotiche tastiere di Jones, della voce aggressiva di Plant e con le acrobazie pirotecniche di Bonzo.
Finora potrebbe sembrare un capolavoro, e su certi aspetti lo è davvero. Ma alcune canzoni si potevano evitare, non perché fossero brutte, ma perché davano l'impressione del "già sentito", ovvero la noiosina Down By The Seaside e la "già sentita" Black Country Woman. Entrambe sanno molto di riempitivo ma non intaccherò due epici dischi per due canzoni scemine.
Infatti il disco apre con un aggressivissimo rock blues, Custard Pie, impreziosito dalla chitarra di Page scintillante e graffiante e il clavinet di Jones. La traccia successiva, The Rover, è anche un classico hard rock blues, ma molto emozionante (soprattutto nel ritornello), con la voce di Plant che raggiunge picchi espressivi altissimi. In My Time Of Dying passerà alla storia, con i suoi 11 minuti, come la canzone più lunga (su album) del Dirigibile. Il brano è soprattutto uno show chitarristico di Page con riferimenti decisamente blues. Dopo i primi cinque minuti, con l'ingresso della batteria di Bonzo, la canzone si trasforma in un infuocato hard rock bruciato dagli attacchi di Bonzo e dalla chitarra ossessiva di Page. Un classico. Con Houses Of The Holy e Trampled Under Foot si torna alla forma canzone. Il primo è un solido rock che avrebbe dovuto essere la "title-track" di "Houses Of The Holy", il secondo è un pesante funk dalla sezione ritmica molto trascinante (anche qui Jones usa il glorioso e spassoso clavinet).
Il primo disco si chiude con uno dei grandi classici del suono Zeppelin: Kashmir, dove stordenti sonorità hard si intrecciano con sonorità dal sapore decisamente indiano, 8 minuti e 30 di grande spettacolo, ma la differenza la fanno gli archi inseriti da Jones, che conferiscono maggior esotismo assente negli album precedenti. Affascinante,così come la seguente traccia che apre il secondo disco, In The Light, introdotta dalle sonorità esotiche e suggestive delle tastiere di Jones, che ricordano le tematiche indiane di Kashmir, e seguita dalla chitarra in strepitosa forma di Page e dalla toccante voce di Plant. Bron-Y-Aur è uno strumentale basato sulla chitarra acustica di Page, interessante ma un po' isolato dal resto del disco.
Come detto prima, Down By The Seaside sa molto di riempitivo, ma è una cosa che si deve sopportare per soli 5 minuti. Infatti,dopo segue uno dei pezzi più significativi del disco (intendo disc 1 e 2) e della carriera dei Led Zeppelin, Ten Years Gone, commovente e struggente con la chitarra dolcissima di Page. Night Flight è un interessante pezzo rock morbido caratterizato dall'organo suadente di Jones e dalla spensierata batteria di Bonzo. The Wanton Song è uno dei pezzi più hard del disco e del dirigibile, completamente diverso dal pezzo precedente, Boogie With Stu, un divertentissimo boogie con (wow!) Plant alla chitarra e Ian Stewart (che aveva già suonato in Rock And Roll su "IV"). Di Black Country si è già parlato e il disco chiude con una potenza e un'aggressività abrasiva, Sick Again, incentrato sulla dura e possessiva chitarra di Page.
Pur avendo alcuni momenti pigri e poco solari, "Physical Graffiti" è un album molto godibile, cosa che purtroppo non si può dire del disco precedente, "Presence", che segna la (parziale) decadenza dei Led Zeppelin. Da ricordare che questo doppio vinile è stato fatto perlopiù con scarti di "Led Zeppelin III" e di altri album decorosi come "IV" e "Houses Of The Holy".
Imperdibile. Da considerarsi come un 4,5 piuttosto che un 4.
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