"Physical Graffiti", ovvero i Led Zeppelin al culmine della carriera e della creatività. Con questo capolavoro i Led infatti portano a termine quella maturazione artistica iniziata da "III" e proseguita con "Houses of the Holy", arrivando a creare l'unico album doppio della loro discografia in cui sono sapientemente miscelati vari generi musicali, dall'hard rock fino al funky, passando per il blues e per sonorità orientaleggianti, con picchi di espressività e intensità veramente altissimi.

Album che si apre con "Custard Pie", un hard-rock dalle sonorità ruvide, per poi passare al rock più "pulito" di "The Rover", brano del '70, in cui Page piazza un riff dei suoi e uno dei suoi assoli di più perfetta costruzione. Segue "In My Time Of Dying", uno standard blues, a cui la batteria rovente di Bonham, il canto drammatico di Plant e la sadica chitarra di Page danno un'intensità emotiva spaventosa facendone un baluardo dei Led. Si continua con la smorfiosa "Houses Of The Holy", risalente al '73, con un pesantissimo brano funky, "Trampled Under Foot", con Jones che spicca alla tastiera e con Plant che canta le analogie tra la meccanica dell'automobile e l'atto sessuale, per arrivare all'apoteosi di "Physical Graffiti": "Kashmir". L'imponente batteria di Bonzo, il lento e maestoso riff di Page e di Jones, sempre alla tastiera, e il racconto di un viaggio epico di un Plant in grande forma, fanno di questo brano un viaggio mistico tra le sonorità orientali e gli danno un livello di espressività e di emotività altissimo.

Il secondo disco si apre con "In The Light", un autentico capolavoro, che riprende le sonorità orientali di "Kashmir", ma che a differenza di questa non si rivela imponente ma più sottile e sinuosa; mentre "Bron-Yr-Aur" è uno splendido strumentale acustico di Page. Si continua con la pigra e ingiustamente sottovalutata "Down By The Seasid"e, risalente al '70; arriva quindi "Ten Years Gone", una romantica ballata costruita sul tappeto delle 14 sovraincisioni di chitarra di Page perfettamente armonizzate, in cui Plant canta con dolcezza la storia di un suo amore perduto. Il brano successivo è "Night Flight", un solare rock del '71, con un Page e un Bohnam in forma più che mai, un Plant dal canto passionale e un Jones all'organo. Si ritorna quindi al suono duro che da sempre contraddistingue i Led: "The Wanton Song" è un hard-rock che parla di sesso, dalle sonorità crude, basato sul maciullante e ossessivo riff di Page; l'atmosfera si fa quindi più distesa con due divertenti brani acustici: "Boogie With Stu", una trascurabile jam con Ian Stewart del '71, e "Black Country Woman", un buon pezzo dall'atmosfera spensierata del '73. Per concludere si ritorna quindi al sesso sfrenato: "Sick Again" è un altro fantastico hard-rock, dove Page la fa da padrone, ma anche gli altri tre sfornano una prestazione superlativa, facendo di questo brano una delle migliori prove dei Led.

Quando l'album venne pubblicato, il 24 febbraio 1975, ricevette gli elogi della critica e fu un enorme successo in tutto il mondo: in una settimana salì al primo posto nelle classifiche statunitensi e in quelle britanniche, e solo su prenotazioni fruttò 15 milioni di dollari. "Physical Graffiti" è per i Led una specie di ritorno alle origini: il suono è duro, sporco, grezzo, lontano dalle sonorità cristalline di "Houses Of The Holy", ed è il loro disco perfetto: il più completo, il meglio rifinito e il più ambizioso: un monumento dell'hard-rock, che contiene la migliore musica di tutti gli anni '70, nonché tutti gli aspetti che hanno fatto il sound zeppeliano. Molti lo ritengono l'inizio del declino artistico degli Zep, ma è esattamente l'opposto: "Physical Graffiti" fotografa i Led all'apice della carriera, nel pieno delle loro forze. Il loro declino comincerà invece dall'incidente automobilistico di Plant, nell'agosto 1975: da allora una serie di sfortunati eventi si abbatteranno sul gruppo, condizionandone le prestazioni artistiche: niente sarebbe mai stato più come prima.

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