In un viaggio onirico comprendo che la realtà è solo la sfumatura della nostra anima, in una cavalcata sugli oceani del tempo, solo il senso primordiale del nostro percepire mi conduce all'eterno presente dell'acciaio che diventa acqua fluorescente, sui nervi di una chitarra fatta d'argento e memorie, nella eco di una voce, erosa nella sostanza di un'odissea. Questi è "Achilles last stand"

Sincopata la mia energia s'inghiotte nei sussurri struggenti di una rivalsa. I silenzi - tra un tonfo sulle pelli dei tamburi della creazione - incantano le vertebre di una voce dolorosa; altri tonfi si cristallizzano distorcendosi, sorgendo in una nuova alba. Questi è "For your life"

Tocchi picchiati. L'irriverente precipitare di sassi da una montagna, immediatamente smettono il loro percorso. SILENZIO. Una notte investe - un momento - quella luce: la attutisce, la luce si ribella, ricrea libertà. I suoi violenti e ora delicati ritorni. Stop al silenzio! VOCE. Questi è "Royal Orleans"

Animali selvaggi si rincorrono, si inseguono, sfuggendo e lasciandosi investire da un temporale, un indigeno - muscoli come saette - i capelli corvini, fugge; il fiato brucia i polmoni in un'armonica di fuoco. Le bestie sono sempre più vicine. Il temporale scuote e martella, una foresta umida e minacciosa, ma ecco: un raggio perlaceo colpisce una roccia. L'indigeno si ferma su di essa. Apri gli occhi! Li apre. Le belve si avvicinano minacciose, lui alza un pugnale. Agli Déi urla. E urla ancora squarciando i venti. Questi è "NOBODY'S FAULT BUT MINE!"

Bambina, il bacio è una spirale dove mi perdo. Questi è "Candy Store Rock"

Chitarra le cantilene, impertinente l'insinua, percussioni tra le vene, basso e voce s'inchina. Questi è "Hots On for Nowhere"

Sembra che da una nebbia fitta qualcosa di guerresco avanzi verso di noi. Bagliori divampano. Sono brevi attimi. Qualcosa di minaccioso. Ci stringiamo nel nostro scialle. Abbiamo paura. Il crepuscolo è una sera infinita che trema insieme a noi. Ma ora! Ora esplode una batteria, implode e risucchia ogni paura, smantella il Kaos. Un lieve, flebile tintinnio di quiete placida. Perpetua, più placida. Plant ci chiama a Sé, Bonham sogna sui rullanti, Page ingoccia i giochi alla Luna, Jones dilata le onde che ci inghiottono. Per sempre. Questi è "Tea for one"

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