1982. Son passati due anni dalla fine del sodalizio artistico Mogol-Battisti e vi è, da parte del già citato artista reatino, voglia di cambiare in totalità. Ed è così che, dopo il successo dell'ultimo album "Una Giornata Uggiosa" (1980), Lucio Battisti pubblica nel settembre dell'82 "E Già", l'album che segna una svolta definitiva nella sua discografia. Tutto parte dal concetto del titolo: quel "E già" che sembra quasi dire "ce l'ho fatta", un sentito "son riuscito a farcela nonostante tutto". Risultati? L'album, con i testi scritti dalla moglie Grazia Letizia Veronese - la quale usa la pseudonimo Velezia - riesce a raggiungere nella prima settimana di rilascio il picco del primo posto piazzandosi, in seguito, al quattordicesimo. Il singolo che viene rilasciato, "Eh Già/Straniero", ultimo mai pubblicato ufficialmente nella discografia del cantante, si piazza al cinquantaquattresimo posto, risultando un flop.

Da moltissimi fan, sia del periodo Mogol che di quello post-Mogol, "E già" vien considerato un album insensato, senz'anima: non solo un flop ma un disco che, ribadendo la "mancanza di idee", dice poco e nulla, mettendo in evidenza la scarsità, da paroliera, di Velezia. Ebbene, ascoltato oggi "E Già" non è proprio un bruttissimo album, anzi. Sebbene nella mia prima recensione abbia esaltato "Don Giovanni" (1986), che personalmente considero un miglioramento di "E Già", quest'ultimo è un disco a mio dire sottovalutato. Ha molti pregi così come tanti difetti, ma è giusto ammetterli. Partiamo dal presupposto che Battisti esce da un lungo periodo di "soffocamento", dato dalla commercialità di certi dischi ("La Batteria, Il Contrabbasso, Eccetera", "Io Tu Noi Tutti", "Una Donna Per Amico", "Una Giornata Uggiosa"), un periodo, certo, più vivo a livello di vendite, un po' meno nello spirito di iniziativa.

"E Già" è una seconda rinascita per l'artista, il quale fa un grande passo in avanti: dalle sue caratteristiche sembra quasi un disco indie, considerando l'elettropop/synth pop come elemento d'avanguardia e gli arrangiamenti di Geoff Westley. La copertina interna, ultima con Battisti "in vista", richiama l'atmosfera del mare: non a caso, le foto per il disco sono state scattate nelle spiagge della Cornovaglia. La tematica principale del disco è, quindi, il cambiamento: tale tematica viene richiamata in brani come "Scrivi Il Tuo Nome" - "scrivi il tuo nome / su qualcosa che vale / mostra a te stesso / che non sei un vegetale" - "Mistero", "Non Sei Più Solo", "Una Montagna" e la title track. Il mare rimane, comunque, un elemento molto presente: oltre a rappresentare l'estetica del disco, esso è quasi una filosofia ("Rilassati ed ascolta") - "la vita dal mare venuta al mare ritornerà" - una passione ("Windsurf Windsurf"), un richiamo ("Slow Motion"). Ecco: "E Già" sembra un disco leftfield (anti-commerciale) da ascoltare in pieno giorno in spiaggia; con esso penetriamo nella spiritualità del cantante.

Tuttavia del disco vanno ribaditi i lati negativi. Velezia, seppure in molti pensino che i testi siano stati scritti da Battisti stesso perché autobiografici, fa notare la sua abilità di abbinare una rima ad un'altra in modo abbastanza facilotto e banale, il più delle volte: un esempio può essere "profondo o leggero / quando c'è il gusto è bello / usa le gambe / utilizza il cervello ". I testi sono molto, forse troppo, diretti e meno metaforici rispetto a "quel tipo intellettuale appariscente", che scriveva per l'artista, dando così in pasto all'ascoltatore verità e non interpretazioni, cosa che Battisti eviterà di fare nel prossimo sodalizio. Oltre ai testi, le musiche puntano ad un aspetto pop/minimale che, alle orecchie, possono risultare ripetitive, così come gli album sperimentali, degli anni settanta, di Franco Battiato.

"E Già", in tutti i suoi pregi e difetti, rappresenta un secondo esordio per l'ex Don Giovanni: non è certamente un capolavoro, ma sicuramente un buon disco che aprirà le porte al Battisti 2.0, un essere totalmente diverso rispetto al ragazzo che cantava canzonette.

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