Ho raccontato già questa cosa da queste parti, se non ricordo male, ma non so quanti in quella occasione hanno avuto modo di leggerla..

La storia è questa.

Un paio di anni fa mi capitò di vedere in televisione uno spezzone di un programma intitolato qualcosa come “Vent’anni al duemila”.

Era un programma del 1980, un’intervista a Umberto Eco.

Si parlava del futuro, Eco, che allora aveva quarantotto anni, faceva, insieme all’intervistatore, ipotesi su quello che sarebbe stato il domani.

Cosa ci saremmo dovuti aspettare dagli anni a venire, alla svolta del secolo?

Per un po’ mi sono talmente fatto coinvolgere nella discussione che anche io ho cominciato ad immaginare.

Poi mi sono “svegliato”, e mi sono reso conto di essere nel 2018, che erano già passati quasi vent’anni dal duemila, e che Umberto Eco nel frattempo era morto da un paio di anni, a ottantaquattro anni..

Non ho mai provato il brivido del passare del tempo come in quella occasione, una vertigine niente male.

Brutta bestia il tempo, ricordare ultimamente lo trovo estremamente deprimente, tutti in fondo vorremmo sempre e solo pensare al futuro, e soprattutto parlare del futuro, un po’ come Eco e l’intervistatore, ma i ricordi stanno agli anni vissuti come la forza di gravità sta alla massa, è un principio psico/fisico ineludibile, almeno per me..

Per cui eccomi di nuovo qui, una sera qualunque dell’estate del 1979, nel villino sul mare, sul piatto del giradischi, sta suonando “Stella di mare” di Lucio Dalla.

Questa sera ho deciso di far riposare un po’ nella custodia i miei amati Bee Gees, "Spirits Having Flown", mio ultimo regalo di compleanno da parte dei miei nuovi compagni di classe di quarto ginnasio, la colonna sonora privilegiata della mia ultimissima cotta per la mia nuova compagna di classe (che novità, le femmine!!) dagli occhi azzurri (altre ne verranno).

E’ appena finito “L’ultima luna”, il primo pezzo del suo ultimo album, quello della consacrazione definitiva, ed è iniziato il secondo.

Nel rilassamento che mi avvolge quel suono ondoso, quelle note lontane che, come dei richiami, piano piano sembrano uscire da anfratti marini scogliosi al di sotto di un cuscino, sono quanto di più suggestivo si possa immaginare.

Adoro quel pezzo, il mio preferito, anche il suo finale dal ritmo incalzante a bordo della barca volante..

Ieri, anzi oggi, ho fatto l’alba, sono particolarmente stanco, ma a quattordici anni cosa vuoi che sia la stanchezza.

Il bagno di mezzanotte in comitiva, notte di luna piena, rigorosamente tutti senza costume, non si poteva evitare, c’è sempre una prima volta.

Poi il resto della notte girando per le spiagge e gli scogli del litorale, la musica dello stabilimento fino ad una certa ora a tenerci compagnia, sonnambuli sulla spiaggia, qualcuno che prova addirittura a giocare a pallavolo, infine la prima luce sul mare e poi di corsa a rincorrere il sole nascente da guardare sulla collina di ginestre a ridosso dei villini, poi di nascosto il ritorno in camera da letto.

Alcuni genitori preoccupati e pure abbastanza incazzati, ma era una notte che si doveva fare.

Intanto, da un’altra parte in Italia, Lucio Dalla ha solo trentasei anni, ha raggiunto il pieno successo, ha un disco capolavoro alle spalle, un tour di grandissimo successo con l’amico De Gregori ancora in corso, ed ancora tante grandi canzoni davanti a lui.

Cosa sarà del futuro, anche lui se lo domanda, però.

E in coda all’album ne ha scritto una canzone, “L’anno che verrà”, in cui si inventa le cose più folli, per esorcizzare la paura del domani, in quegli anni comunque difficili.

Nel mezzo, accompagnato dalla sua grande musica, parla della sua vita, di angoscia e depressione (“La signora”), di ragazzi (“Anna e Marco”) anch’essi sognatori di futuro, di Milano, e soprattutto racconta la “Notte” come soltanto guardandola di nascosto dal suo osservatorio privilegiato sull’isola in mezzo al mare può essere vista.

Il tempo è passato.

E’ una vera persecuzione.

Vent’anni al duemila, vent'anni passato il duemila.

Vent'anni più vent'anni, uguale quarant'anni, ed in mezzo il duemila.

Oggi ho quasi vent’anni in più di quelli che Lucio Dalla aveva allora..

Beh, nel frattempo, nel mezzo, nel duemila, è nata mia figlia, chissà se avrei mai potuto immaginare, quella sera del 1979, o del 1980, non ricordo bene, che avrei avuto una figlia proprio in quell’anno di svolta.

E che fra un mese mia figlia compirà vent’anni..

E allora tutto quello che è stato è stato giusto andasse così.

Elenco tracce testi samples e video

01   L'ultima Luna (05:42)

L'ultima Luna Lucio Dalla

La 7a luna
era quella del luna-park
lo scimmione si aggirava
dalla giostra al bar
mentre l'angelo di Dio bestemmiava
facendo sforzi di petto
grandi muscoli e poca carne
povero angelo benedetto.

La 6a luna
era il cuore di un disgraziato
che, maledetto il giorno che era nato,
ma rideva sempre
da anni non vedeva le lenzuola
con le mani sporche di carbone
toccava il culo a una signora
e rideva e toccava
sembrava lui il padrone.

La 5a luna
fece paura a tutti
era la testa di un signore
che con la morte vicino giocava a biliardino
era pelato ed elegante
né giovane né vecchio
forse malato
sicuramente era malato
perché perdeva sangue da un orecchio.

La 4a luna
era una fila di prigionieri
che camminando
seguivano le rotaie del treno
avevano i piedi insanguinati
e le mani senza guanti
ma non preoccupatevi
il cielo è sereno
oggi non ce ne sono più tanti.

La 3a luna uscirono tutti per guardarla
era così grande
che più di uno pensò al Padre Eterno
sospesero i giochi e si spensero le luci
cominciò l'inferno
la gente corse a casa perché per quella notte
ritornò l'inverno.

La 2a luna
portò la disperazione tra gli zingari
qualcuno addirittura si amputò un dito
andarono in banca a fare qualche operazione
ma che confusione
la maggior parte prese cani e figli
e corse alla stazione.

L'ultima luna
la vide solo un bimbo appena nato,
aveva occhi tondi e neri e fondi
e non piangeva
con grandi ali prese la luna tra le mani
e volò via e volò via
era l'uomo di domani l'uomo di domani.

02   Stella di mare (05:55)

03   La signora (04:00)

04   Milano (03:30)

Milano Lucio Dalla lyrics
Artist: Lucio Dalla

Title: Milano

Milano vicino all'Europa
Milano che banche che cambi
Milano gambe aperte
Milano che ride e si diverte
Milano a teatro
un ole' da torero
Milano che quando piange
piange davvero
Milano Carabinieri Polizia
che ti guardano severi
chiudi gli occhi e voli via
Milano a portata di mano
ti fa una domanda in tedesco
e ti risponde in siciliano
poi Milan e Benfica
Milano che fatica
Milano sempre pronta al Natale
che quando passa piange
e ci rimane male
Milano sguardo maligno di Dio
zucchero e catrame
Milano ogni volta
che mi tocca di venire
mi prendi allo stomaco
mi fai morire
Milano senza fortuna
mi porti con te
sotto terra o sulla luna
Milano tre milioni
respiro di un polmone solo
Milano che come un uccello
gli spari, lo manchi
e riprende il volo
Milano lontana dal cielo
tra la vita e la morte
continua il tuo mistero
Milano tre milioni
respiro di un polmone solo
che come un uccello
gli spari, lo manchi
e riprende il volo
Milano lontana dal cielo
tra la vita e la morte
continua il tuo mistero

05   Anna e Marco (03:42)

06   Tango (04:00)

07   Cosa sarà (04:20)

C Em
Cosa sara' che fa crescere gli alberi, la felicita'
Em Am G
Che fa morire a vent'anni anche se poi vivi fino a cento
C Em
Cosa sara' a far muovere il vento a fermare il poeta ubriaco
Em Am G
A dare la morte per un pezzo di pane o un bacio non dato
F G7 C
Oh oh cosa sara' che ti svegli al mattino e sei serio
Am
Che ti fa morire ridendo di notte, all'ombra di un desiderio
F G7 Bb
Oh oh cosa sara' che ti spinge ad amare una donna bassina perduta
F G
La bottiglia che ti ubriaca anche se non l'hai bevuta
MTM
C Em Am G
C Em
Cosa sara' che ti spinge a picchiare il tuo re
Em Am G
Che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c'e'
C Em
Cosa sara' che ti fa comprare di tutto
Em
Anche se e' di niente che hai bisogno
Am G
Cosa sara' che ti strappa dal sogno
F G7 C
Oh oh cosa sara' che ti fa uscire di tasca dei "no, non ci sto"
Am
Ti getta nel mare, ti viene a salvare
F G7 Bb F
Oh oh cosa sara' che dobbiamo cercare
F G C Em Am G
Che dobbiamo cercare

C Em
Cosa sara' che ti fa lasciar la bicicletta sul muro
Em Am G
E camminare la sera con un amico a parlar del futuro
C Em
Cosa sara' questo strano coraggio o paura che ti prende
Em Am G
E ci porta ad ascoltare la notte che scende
F G7 C
Oh oh cosa sara' quell'uomo ed il suo cuore benedetto
Am
Che sceso dalle scarpe e dal letto
F G7 Bb
Si e' sentito solo e' come un uccello che in volo
F G7
E' come un uccello che in volo si ferma e guarda laggiu

08   Notte (03:38)

09   L'anno che verrà (04:25)

L'Anno Che Verrà Lyrics by Lucio Dalla

Caro amico ti scrivo
così mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano
più forte ti scriverò.
Da quando sei partito
c'è una grossa novità
l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.
Si esce poco la sera
compreso quando è festa
e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra.
E si sta senza parlare per intere settimane
e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando.
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
ogni Cristo scenderà dalla croce
e anche gli uccelli faranno ritorno.
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.
E si farà l'amore ognuno come gli va
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a un a certa età.
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
saranno forse i troppi furbi
o i cretini di ogni età.
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento di essere qui in questo momento.
Vedi caro amico cosa si deve inventare
per poter riderci sopra
e continuare a sperare.
E se quest'anno poi passasse in un istante
vedi amico mio come diventa importante
che in questo istante ci sia anch'io.
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando
è questa la novità.

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Altre recensioni

Di  cece65

 Quando Lucio Dalla ci faceva ascoltare dischi veri.

 Quando Lucio Dalla era Il Grande Lucio Dalla… che nostalgia!


Di  GustavoTanz

 Questo Q-Disc è forse l’ultima gemma lucentissima, molto probabilmente il cosiddetto fanalino di coda del Dalla Gigante.

 "Telefonami tra vent’anni" ha meritato tutto il successo dell’epoca, diventando tra i classici del nostro.


Di  joe strummer

 Dopo la morte, del mondo o di ogni giorno, c'è sempre un poi, una rinascita, un'alba, un nuovo anno, un ballo, un tango.

 Un umore sempre obliquo, ambiguo, in bilico tra la fuga definitiva e il ritorno, come Anna e Marco.