Una doverosa premessa: sono tra coloro che non ha disdegnato, anzi ha apprezzato molto la svolta artistica di Marilyn Manson che si è evidenziata soprattutto con "Eat Me Drink Me", probabilmente il suo disco più melodico. Non che Manson sia stato mai particolarmente acido e inascoltabile, ascoltasi il buon "Mechanical Animals" a testimonianza di ciò, ma è palese che da qualche anno a questa parte, qualcosa è cambiato, con risultati altalenanti. L'ultimo disco "The High End Of Low", a metà tra un buon disco rock e qualcosa di scialbo ed insapore, sembrava sancire la 'fine' sul percorso artistico di Manson, che invece contro tutto e tutti (anche contro i produttori della Interscope Records che decisero consensualmente!? di rescindere il contratto), torna con "Born Villain".  Voglio essere chiaro da subito affermando che per i nostalgici di "Antichrist Superstar" non c'è molto da sperare, questo è un disco ormai 'classico da Manson', il nuovo reverendo che come sostengono i vecchi fans, sarebbe quello venduto ad nuovo pubblico, come sostiene qualcun altro, quello 'maturo'; sinceramente preferisco non schierarmi o magari rimanere nel mezzo, perchè più che di maturità, trattasi di un misto tra anni che passano tra crisi depressive e bravate, e percorsi musicali che vengono intrapresi dettati in parte da scelte personali ma anche dalle regole del mercato, con tanto di orecchio da mercante verso coloro che chiedono a gran voce ad un ritorno alle origini. Tracce come "Hey, Cruel World", forse tra i migliori episodi del disco e il primo singolo "No Reflection" sono efficaci pezzi synth rock/metal con tanto di motivetti radiofonici ed efficaci, ma è inutile negare che l'ex reverendo abbondando un pò coi campionamenti contamina idee oltretutto apprezzabili. Pezzi come "Pistol Whipped" e "Slo-mo-tion" sono la testimonianza di ciò, non delude Manson, ma esagera, in quanto un mixaggio forse meno opprimente e ognipresente e un effetto più naturale al netto di distorsioni e quant'altro avrebbe forse premiato maggiormente. Evidenzia il suo lato glam in tracce come "The Gardener" e la buona "Lay Down Your Goddamn Arms" che qualcosina dal già citato "Mechanical Animals" la va a ripescare. La band torna a picchiare (e ci voleva) nell'energica "Murderers Are Getting Prettier Every Day" che farà sorridere ai nostalgici, prima di anticipare la title-track "Born Villain" non male, ma un pò insipida per essere scelta come la traccia che da il nome al disco. Non mancano ovviamente i richiami alla New Wave, come nella buona "Breaking The Same Old Ground" anche se il risultato finale viene sempre e comunque alterato da una voce che ha perso le sue caratteristiche, risultando a tratti pesante e tirata fin troppo al limite. Buona infine la chiusura del disco che spetta a "You're So Vain". A primo impatto il risultato di questo "Born Villain" è quantomeno positivo, ci sono spunti interessanti e incoraggianti.  Un passo in avanti rispetto all'ultimo disco, e per essere l'ottavo targato Manson, in pochi avranno scommesso su un risultato quantomeno sufficiente. Personalmente collocherei il disco tra il 3/5 o il 4/5 premiandone il coraggio e la discreta grinta esposta, ma opto per il 3/5 perchè alla fine, lustrato a dover e con il ciuffo laccato, è ormai un classico disco, glam, synth e perchè no, emo, del buon vecchio o 'nuovo' Marilyn Manson.

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