BLUES, COUNTRY E FOLK NELLA CITTA' D'ARGENTO
Ovvero un matrimonio sulla prateria

Tante volte ho sentito gente/grandi esperti attaccare Mark Knopfler riguardo al fatto che non sa aggiornare le proprie sonorità e il suo stile chitarristico, e che propone lo stesso disco da vent'anni. Questi detrattori avranno pure ragione, ma come si può biasimare un artista quando ci presenta lavori come questo?
"Sailing to Philadelphia", pubblicato nel 2000, è un disco molto piacevole. E' piacevole per le sue lievi ballate blues come "Baloney Again" e "Wanderlust"; è piacevole per i suoi raffinati duetti come la title track (con un dolce e ispiratissimo James Taylor), "The Last Laugh" (intenso blues con van Morrison) e "Prairie Wedding" (un soffuso matrimonio sulla prateria con Gillian Welch); è piacevole per i suoi contry-folk che scorrono cristallini come torrente di montagna ("Silvertown Blues", "Seedway At Nazareth" su tutti).
In alcuni momenti il disco riesce ad essere più che piacevole, ad esempio quando ex-leader dei Dire Straits rispolvera la sua morbida e veloce chitarra nell'eccezionale brano d'apertura "What It Is"; in altri momenti, secondo me, l'autore rischia di cadere nell'autocompiacimento, infatti in "El Macho" mi sembra che voglia imitare i peggiori episodi dei tardivi Roxy Music.

Trovo particolarmente apprezzabile la produzione, attenta e pulitissima, e non vorrei esagerare affermando che gli amanti del country-folk più caldo e puro potrebbero tenere nel cuore alcune di queste chiarissime ballate, per riscaldarsi nelle levate mattutine invernali o passeggiare in buona compagnia tra i colli senesi...

"Games you thought you'd learn
you neither lost or won
dreams have crashed and burned
but you're still going on
out on the highway with the road gang working
up on the mountain with the cold wind blowing
out on the highway with the road band working
but the last laugh, baby is yours
and don't you love the sound
of the last laugh goung down?
"
"The Last Laugh"

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