Anno domini 1979. Un grande cantautore nostrano, con il suo fido cappellino, per le vie della città cantava così:

"Milano vicino all'Europa
Milano che banche che cambi
Milano gambe aperte
Milano che ride e si diverte
Milano a teatro
un ole' da torero
Milano che quando piange
piange davvero
Milano Carabinieri Polizia
che guardano sereni
chiudi gli occhi e voli via"

2008. Marsala, Sicilia. Quattro uomini ritornano sul luogo del delitto, regalandoci liriche che devono molto al suddetto:

"Milano sushi & coca
Milano paga e scopa
Milano che non ha pazienza
Milano e la sua aria di sufficienza
Milano con le crisi di coscienza
Milano con le crisi di astinenza
Milano un sospiro a San Siro e uno sparo di sera"

Signore e signori, questi sono i Marta Sui Tubi.

E come al solito, recensire un loro disco non è mai un'impresa facile. Vuoi perché la musica che fanno rientra in un canone che forse è meglio definire "non catalogabile". Vuoi perché sono un gruppo sempre capace di sorprendere, in ogni lavoro che fanno uscire. Vuoi perché il pacato Giovanni Gulino, il semi-metallaro Carmelo Pipitone, il pazzoide Ivan Paolini e il "virtuoso" Paolo Pischedda hanno stravolto la loro terra nativa in un modo strabiliante, dal minimale e quasi completamente acustico "Muscoli e Dei" fino al poetico e citazionistico "C'è Gente Che Deve Dormire". Vuoi perché i loro spettacoli sono sempre divertenti, originali e simpatici (chi non ricorda l'iniziativa "Marta Sui Ghiacci" di qualche anno fa?) e difficilmente descrivibili. E poi... chissà per quali altri "vuoi".

Fatto sta che i Marta forse non sono di questo mondo. E "Sushi & Coca", terzo lavoro in studio anticipato dal DVD "Nudi e Crudi" uscito poco prima, è ancora una volta un concentrato di follia pura. L'elemento base che ha sempre caratterizzato la band di Marsala. Quello che si aspetta sempre da loro. E che, per par condicio, si riceve.

Si passa da scioglilingua Caparezziani (la folle "L'Unica Cosa" e il suo mantra "Tu puoi diventare tutto quello che ti pare") a una sorta di folk punk impazzito ("Dominique (Canzone Di Gelosia)", con un urlo finale quasi Pattoniano: "E se ti chiederei di uscire con me? NO!!"), da un improvviso esperimento psichedelico (la titletrack) a voci angeliche provenienti da chissà dove ("Non Lo Sanno"), per non parlare della presenza di violini e violoncelli ("Pensieri A Sonagli", con la collaborazione del Trio Cane), schitarrate rock ("Licantropo": "Parlo male...ma penso peggio"), intermezzi intimi e sospesi ("Lauto Ritratto") e strani dubbi esistenziali ("La Spesa", "L'Aria Intorno"), forse irrisolvibili, forse banali e allo stesso tempo seri nella loro banalità. Con tanto di una canzone il cui video è uno dei più interessanti tra gli italiani degli ultimi anni ("Cinestetica": "Ho visto sante a me devote diventare troie in due minuti dopo avere conosciuto il mio migliore amico")

Il loro disco migliore? Un disco inferiore ai precedenti? Chi può dirlo. Quel che è certo è che ancora una volta stupisce il coraggio del quartetto (oggi quintetto), sempre intenzionato a tentare nuove vie di fare musica, senza timore e senza vergogna. E ce lo cantano anche loro stessi:

"L'unica cosa che devi fare... è massacrare le tue paure!"

Appunto.

Sono i Marta Sui Tubi, ragazzi, che vi piaccia o no. Ascoltateli, oppure ignorateli, fate voi. Vi perdereste un'occasione non da poco.

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