Megadeth – Rust In Peace demos (1990)

Rust In Peace, disco cardine del movimento metal mondiale nel 1990, è uno di quei lavori la cui importanza è difficile da descrivere completamente, quantomeno in una delle lingue parlate dall’uomo. Per evitare l’ennesima dichiarazione d’amore (che farei senza risparmiarmi) e per non annoiare i fan che come me vogliono qualcosa di diverso una volta su cento, parlero’ solo di 3 canzoni, e in particolare delle demo di esse.

Nel 1988, dopo aver licenziato i bravi Chuck Behler e Jeff Young, Dave Mustaine, cantante/chitarrista nonché leader e maggiore compositore dei Megadeth, crolla. Gli anni di eccessi, stenti, e faide con il suo primo gruppo (Mustaine è stato il primo chitarrista solista ufficiale dei Metallica) costringono il rosso invincibile a ritirarsi in una clinica e disintossicarsi da alcool e droghe. Il bassista David Ellefson, fedele compagno d’avventura di Mustaine e co-leader, fa lo stesso poco prima di lui. Il gruppo è in stallo, ma quando i due Dave tornano in forma, reclutano repentinamente il supersonico batterista Nick Menza, figlio di Don, sassofonista ricordato principalmente per aver suonato il tema della Pantera Rosa. I tre sono affiatati, si parla di un disco che rivoluzionerà la storia del metal e del rock in generale, qualcosa che supererà qualsiasi album di metallo duro prodotto da qualsiasi band in precedenza. Per un grande piano servono grandi menti, e i Megadeth cominciano a cercare un nuovo chitarrista solista. Mustaine contatta un giovane canadese, Jeff Waters , leader degli Annihilator, ma non se ne fa niente. A questo punto rivolge gli occhi a sud, verso il torrido Texas, e quando è sul punto di reclutare il leggendario Dimebag Darrell, chitarrista dei Pantera, deve rinunciare. Il chitarrista texano infatti non accetta di unirsi ai Megadeth a meno ché anche suo fratello, Vinnie Paul, lo segua. La band ha già legato con il drummer Menza e il tutto salta. Mustaine è sfibrato. Cerca, cerca, ma in cuor suo sa che il chitarrista solista dei Megadeth è uno solo e lui sa dove trovarlo.

Da qualche parte, Chris Poland sta suonando il basso coi punkers Cyrcle Jerks, e non se la passa male. Due dischi incisi coi Megadeth tra l’84 e l’87 e ora questa nuova collaborazione, è un musicista che finalmente comincia a vedere i frutti del duro lavoro. La notizia gli arriva quindi come un fulmine a ciel sereno: “Dave ti rivuole nel gruppo”. Dopo essere stato licenziato da Mustaine 2 anni prima per continue liti col leader, Dave lo richiama prepotentemente in seno alla band. I giorni passano, le telefonate aumentano. “Ti unisci di nuovo a noi o no?” “Verrai al meeting?”, “Ti va di registrare delle demo?”. Chris raggiunge i Megadeth in studio e incide gli assoli per 3 canzoni, ancora allo stato di demotapes. “Rust In Peace… Polaris” è un brano che parla di guerra, di una bomba micidiale capace di spegnere per sempre il pianeta. “Holy Wars… The Punishment Due” narra ancora di guerra, e “Take No Prisoners” fa lo stesso. Sulle tre canzoni Chris registra degli assoli strepitosi, che fanno luccicare il resto della band. Poland è super in forma, sciorina scale e fraseggi imprevedibili dal gusto unico, e si propone ancora una volta come il successore di Allan Holdsworth (re del chitarrismo fusion) nel metal. Tutto sembra andare per il verso giusto. Le demo sono pronte, si capisce che le canzoni hanno qualcosa di speciale, la band è quasi pronta a partire, ma una voce si mette in mezzo e rompe il silenzio idilliaco dell’euforia. La manager di Chris Poland, forse spaventata di perdere il posto in favore del managment piu’ professionale dei Megadeth, persuade il chitarrista a non riunirsi al suo vecchio gruppo. “Morirai, tu sei pulito e loro no”, “dopo 3 settimane ricomincerai a fare uso”, “ci lascerai le penne”. Chris è combattuto. Sa che come il suo amico Gar (Samuelson, primo batterista ufficiale dei Megadeth e membro insieme a Poland) è a rischio. Ma è veramente cosi’ pericoloso riunirsi alla band? Probabilmente non lo sapremo mai. Proprio quando i giochi sono quasi conclusi, Chris annuncia di non volersi riunire al gruppo. Mustaine e Ellefson sono sconvolti. Ripiegano immediatamente su Marty Friedman, chitarrista dei Cacophony, già da un po’ l’ ideale seconda scelta in caso di mancata reunion con Poland, e il resto è Rust In Peace.

Di quelle demo, quelle registrazioni leggendarie con Chris alla chitarra, sono disponibili le tracce, e si trovano sull’edizione rimasterizzata di R.I.P. del 2004.

I Megadeth continuarono la loro scalata verso il megasuccesso. Poland pubblico’, nello stesso periodo di R.I.P., il suo primo disco da solista, l’eccellente “Return To Metalopolis”. Se siete curiosi di sentire come suona Rust In Peace con il primo chitarrista dei Megadeth, riscoprite quelle demo.

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