Secondo voi l'ultimo album degli Iron Maiden "A matter of life and death", che ha riscosso un grande successo tra i fans e i critici, è bello come "The number of the beast" o "Killers", i loro album storici?

E l'ultimo dei Motorhead è come "Aces of spades"?

E gli ultimi dei Megadeth sono simili a "Countdown to extinction"?

L'ultimo Slayer è come "Reign in blood"?

Potrei andare avanti con gli Anthrax, gli Helloween, i Sepultura e altri gruppi ancora... ma quello che voglio dire è che ogni band ha il suo masterpiece, come è stato "Master of puppets" per i Metallica, e se ad ogni nuova release si paragonasse il nuovo lavoro col masterpiece si cometterebbe un errore, visto che ogni album va preso per quello che è, evitando i confronti col passato e consapevoli del fatto che i masterpieces sono unici. E poi, parliamoci chiaro, nel 1984 uscirsene con un album innovativo o molto "heavy" era più facile di adesso; oggi ci sono una miriade di gruppi che nascono e muoiono velocemente, con produzioni ottime, brani radiofonici e sonorità moderne, e le vecchie leve del metal fanno sempre più fatica a stare a galla tra sperimentazioni non comprese e non gradite ai fan e aspettative che spesso non riescono ad esaudire.

Cosa dobbiamo dunque aspettarci da questo "Death magnetic"?

Fondamentalmente un ritorno dei Metallica alle sonorità più tipicamente thrash degli esordi, come loro stessi avevano ampiamente annunciato; più assoli, più riff, più velocità e tanto tanto vero metal! Personalmente attendevo da tempo di ascoltare la loro "rinascita", il loro ritorno in chiave metal... dopo tutti i casini di Hetfield con l'alcool e la sua disintossicazione, volevo vedere la sua trasformazione da quel "some kind of monster" che era diventato a chitarrista maturo, uno dei più grandi e importanti songwriter della storia del metal tornare alla grande sulla scena con un pugno di canzoni memorabili... Volevo vedere cosa sarebbe saltato fuori stavolta con quel gran pezzo di bassista di Trujillo, aspettandomi delle prodezze bassistiche come quelle che ci regalava negli Infectious grooves o nei Suicidal tendencies... Volevo riascoltare Kirk Hammett regalare di nuovo assoli di grande qualità e ispirazione come furono alcuni spettacolari nel "Black album" e riff taglientissimi, quelli che tutti i gruppi metal invidiavano ai Metallica perché ogni volta che ne scrivevano uno dovevano controllare che loro non lo avessero già scritto prima....

Ho trovato tutto questo?

Solo in parte... mi è sembrato di ascoltare "The world needs a hero" dei Megadeth, che dopo un album come "Risk" (che di metal ormai aveva poco e niente) ritornavano con un'opera dichiaratamente METAL come a voler dimostrare che i maestri erano ancora vivi e potevano stupire di nuovo, ma senza riuscirci.  Questo "Death magnetic" è così: è l'album del ritorno al thrash dei Metallica, ma è ancora a metà strada; ci sono sprazzi di Metallica vecchio stile, c'è del buon metal, ci sono assoli veloci e cambi di tempo, però alcune canzoni sono noiose, non si vede l'ora che finiscano per sentire cosa c'è dopo, e alcune sono del tutto fuori luogo...

Prendete ad esempio "The unforgiven III"; al di là della domanda che sorge spontanea "ma c'era proprio bisogno di una terza parte dopo che già la seconda era inutile?" oggettivamente questa canzone è semplicemente banale, e con i suoi pianoforte e violino nell'introduzione, quel suo mid-tempo con le chitarre distorte, i classici passaggi sui tom del buon Ulrich nel bridge, il ritornello che più scontato non ce n'è e l'assolo che non ha nulla a che vedere con quello stupendo dell'originale "The unforgiven", non ci sta proprio tra la precedente "Cyanide" e la successiva "The judas kiss".

La prima è una perla di rara bruttezza, con un riff iniziale e un refrain puttosto scontati e un bridge acustico del tutto inutile, per non parlare del ritornello, che con i Metallica non c'entra granché... "The judas kiss" invece è un pò meglio; in alcuni momenti sembra di sentire le accellerazioni di "Disposable heroes", e anche l'assolo sembra più ispirato, ma nonostante tutto neanche questo pezzo lascerà il segno. Diverso invece il discorso per la opener "That was just your life" e la successiva "The end of the line" che fanno partire l'album alla grande, con un buon tiro e qualche riffazzo veloce e alla vecchia maniera, dei bei momenti di doppia cassa e dei piacevoli controtempo; gli assoli non mi sono piaciuti ma sono veloci e molto thrash, e anche se non fanno gridare al miracolo sono due brani ottimi come inizio.

Le altre canzoni vanno dalla strumentale "Suicide & redemption" che con i suoi dieci minuti di durata non diventerà la "rion" del 2008 perché risulta monotona e stanca decisamente un pò, alla finale "My apocalypse", che con il suo riff veloce riporta ai tempi di "Seek and destroy". Poi ci sono la metallicissima "All nightmare long" e la prolissa "Broken, beat and scarred", per finire con la ballad "The day that never comes", che inizia con un arpeggio che ci ricorda la vecchia "Nothing else matter" e finisce con riff furiosi, assoli al fulmicotone e ricami chitarristici alla "One".

In definitiva questo "Death magnetic" riporta i four horseman nei territori thrash che li hanno resi famosi, ma non bisogna aspettarsi un secondo "Master of puppets", un album tecnico come "...And justice for all" o un successo planetario come il black album, perché quelli sono tempi andati e non torneranno mai più. Dobbiamo solo brindare al fatto che i metallica sono tornati a "fare metal" e a scrivere canzoni pesanti come un tempo, senza preoccuparci se la voce di Hetfield non è più quella di una volta, se i nuovi brani difficilmente diventeranno dei classici, se non sentiremo mai un metal fan canticchiare "Cyanide" o "The judas kiss" e se ai concerti dei metallica, dopo i tour promozionali, probabilmente continueremo a sentire solo i vecchi classici, da "Master of puppets" a "Creeping death", da "From whom the bell tolls" a "Fade to black", da "One" a "Sad but true", mentre roba come "The unforgiven II e III", "All nightmare long" o "Frantic", "Some kind of monster" o "Mama said", "Broken, beat & scarred" o "My apocalypse" rimarrà confinata agli album dai quali è venuta.

"Death magnetic" è un album mediocre; chi è fan dei metallica lo adorerà e lo acquisterà in confezione package deluxe, gli altri potranno benissimo farne a meno, e se lo voranno potranno trovare tanti altri album più heavy, più tecnici, più veloci, più melodici, più thrash o semplicemente più belli di questo.

Carico i commenti... con calma