Master Of Puppets, prima di tutto il nome: forse l'album per antonomasia dei MetallicA, la metal band che ha conquistato il mondo della musica metal forse più di ogni altra, estendosi quindi successivamente al più ampio concetto di Rock, sino al declino, geniale quanto l'ascesa all'Olimpo della musica. Dopo l'uscita di Kill 'em All, dalle canzoni incredibilmente potenti, e Ride The Lightning, che rivoluziona la prima definizione di MetallicA come Thrash Band portando canzoni con una sottile linea melodica e malinconica, dimenticando gli assalti musicali e i riff indiavolati del precedente lavoro e muovendo lo sguardo verso canzoni "lente" (definizione circondata dalle apposite virgolette, l'aggettivo Lenti e il sostantivo Metallica non vanno proprio d'accordo, normalmente) e meno potenti, Master Of Puppets ci dona dei MetallicA in grande, grandissima forma, ancora all'apice del loro albore: otto tracce nelle quali si sentono molto le chitarre di Heitfield e, soprattutto di Hammett, con assoli assolutamente vorticosi e alcuni giri con la chitarra molto classicheggianti (vedi l'intro di Battery).

Il primo pezzo è Battery, che parte proprio con qualche decina di secondi di chitarra quasi classica (motivo spagnoleggiante) e poi attacca con una potenza devastante. Ottimo l'assolo dell'erede di Mustaine, Kirk Hammett, che suona sempre pulito e con ottima velocità, nonostante gli assoli non brillino per difficoltà. La title-track, Master Of Puppets, è esplosiva: tralasciando il testo, che va dall'autorità tirannica del "Maestro Burattinaio" alla malinconia delle promesse fatte da quest'ultimo: tutti nelle sue mani, lui decide cosa fare di noi... La chitarra dell'ex Exodus è davvero poderosa, con un assolo da lasciare a bocca aperta. Si comporta bene la batteria, che però non eccelle mai. Ottimo il motivo del brano, che travolge l'ascoltatore nei 8:35 minuti di ascolto.
The Thing That Should Not Be riprende da dove il capolavoro The Call Of Ktulu (da Ride The Lightning ndr) aveva lasciato: H.P.Lovecraft pare essere molto caro ai "four horsemen", che dedicano un altro pezzo all'enigmatico scrittore. Pezzo tenebroso, svalutato e coinvolgente, con un riff inquietante ed un testo altrettanto "strano". Il quarto pezzo, la semi-ballata Welcome Home (Sanitarium), è davvero spettacolare: la voce di James rende ottimamente, il basso di Cliff Burton è magistrale come sempre (veniva considerato, a ragione, l'unico musicista davvero "straordinario" dei MetallicA) e gli assoli sono stupendi. Il testo è unico, da leggere. Disposable Heroes, dall'alto dei suoi otto minuti e sedici secondi, è una traccia carichissima di energia, con la batteria che si comporta egregiamente, un basso come sempre straordinario, ed una buona chitarra solista. Il pezzo forse più thrash dell'album è Leper Messiah, semplicemente poderoso. La batteria è stupenda (e non si direbbe, visto che la suona Lars Ulrich, il batterista più sopravvalutato della scena metal) e soprattutto l'attacco è micidiale. L'interludio è molto "trainante" e tutta la canzone suona molto, molto bene. Interessantissima traccia. L'appuntamento con la strumentale non manca neanche in Master Of Puppets, e prende il nome di Orion, fondamentalmente divisa in due pezzi da quattro minuti ciascuno, che comunque si ricollegano a vicenda: nel primo un riff travolgente porta sino ad un veloce assolo, nel secondo attacca il basso con le armonie di Burton, sino ad arrivare ad altri assoli, e poi una chiusura in dissolvenza. Ottimo brano, secondo solo a The Call Of Ktulu. L'ultima traccia è Garage, Inc., dall'introduzione particolare e un pò psichedelica, a seguire un attacco con la batteria piacevole, per una canzone gridata, che ricorda in parte i Diamond Head, grande fonte ispiratrice dei MetallicA.

Questo album è una perla nel panorama musicale degli ultimi anni, un disco da collezione. Ottimo per incominciare ad ascoltare Metal, addirittura indimenticabile per gli appassionati di vecchia data. Una gemma. Voto: 5 su 5.

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