Per analizzare questo capolavoro bisogna partire dalla copertina: una sedia elettrica in mezzo ad un'oscura e mortuaria atmosfera, sopra una scritta grintosa e ben accentuata con tanto di fulmini. Su questa copertina un nome: MetallicA.

Metallica: "RIDE THE LIGHTNING"

Questo effettivamente è l'album più oscuro dei Metallica, un misto di morte, disperazione, guerra e suicidio. Musicalmente è uno degl'episodi più ottimi del thrash metal;il suond è potente, tenebroso e molto veloce(uno dei migliori mai riusciti) e i testi sono concentrati per una buona parte in prima persona. In particolore c'è da fare una standing ovation a Hammet che propone degl'assoli toccanti e veloci.

La prima è "Fight fire with fire", uno dei brani più veloci e violenti della band. Il brano inizia con un giro di chitarra acustica, allaccerà le cinture per i violentissimi riff che farà partire Hetfield, oltre alla sua voce istigatrice combattere il fuoco con il fuoco (appunto). Finita questa, parte la title track, anche in questo caso ottimi riff e cambiamenti di tempo perfetti, da notare in tutto per tutto l'assolo di Kirk (2 minuti di assolo) che rende l'atmosfera della canzone ancor più disperata e cupa. La terza traccia "For whom the bells tolls" è la song più "Heavy" del disco, mid-tempo di riff più estesi ma non veloci come le altre, ma cmq stupenda grazie sopprattutto ad una buona voce melodica di Hetfield e grazie al mitico solo di Cliff Burton. Da notare un cosa sui testi dei The Four Horsemen: vengono presi d'ispirazione da tantissimi libri e da tantissimi film, come quest'ultima citata, è tratta dall'omonimo romanzo di Hernest Hemingway e oltre a lui, i 'Tallica si ispireranno tantissimo nei libri di Lovercraft scrittore amato da Cliff Burton.

Tornando alle canzoni alla quarta traccia troveremo quella che sarebbe definita il capolavoro assoluto dei quattro cavalieri: "Fade to Black". Quest'opera tratta il tema del suicidio, ed è una delle ballate più belle e più tristi mai scritte. Composto da chitarre acustiche e da delle schitarrate distorte e pesanti che fanno da ritornello, la canzone finisce con un veloce riff e con un'assolo degno di nota per un podio nella storia del metal. Nient'altro d aggiungere su questo...

Per la seconda parte dell'album si fa avanti "Trapped under ice". Anche se questo è l'unica parte un pò sottotono di Ride, riesce comunque a catturare per la velocità dei riff e degl'assoli. Segue "Escape", un brano a mio parere troppo sottovalutato, buona la melodia di Hetfield in un ritornello che riesce a tenere lo stile e le continuità delle altre oltre al buon Hammet con i suoi assoli. Ciò che la band vuole trattare nel brano citato è la voglia di libertà. La penultima traccia è un'altro classico dei Metallica, "Creeping death" tratta le stragi del faraone d'egitto, un pezzo con dei riff melodici prodotti da un James Hetfield nettamente in forma anche nella voce, riusciti alla perfezzione i cambi di tempo e gl'assoli. A chiudere in grande questo capolavoro ci pensa la strumentale "The Call of Ktulu" tratto da un racconto di Lovercraft. Altro capolavoro artista e compositivo del gruppo, tra i più riusciti della loro discografia.

Questo lavoro rende le idee chiare su quello che in effetti erano i MetallicA. L'intero album ha una struttura compositiva affascinante e complessa, nel suono e nei testi.

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