Anno 1984: un gruppo allora poco blasonato conosciuto con il nome di MetallicA si teneva costretto a sfornare un'altro capolavoro in grado di raggiungere il masterpiece prodotto dalla band californiana un anno prima. Beh, il risultato lo sapete già, infatti si tratta di un autentico pilastro del metal destinato a erigersi e diventare una sorta di bibbia per i gruppi in crescita che a loro volta avrebbero fatto la storia di questo genere (per citarne uno su tutti i Testament).
"Ride the Lightning" è la seconda delle tre perle create dal quartetto Burton/Hetfield/Hammet/Ulrich (da ricordare però l'apporto di Dave Mustaine),dove si deve registrare soprattutto una grande maturazione del gruppo: rispetto a Kill 'em All infatti il suono si sgrezza e i riffs diventano più composti e ponderati.
Chiusa parentesi torno a recensire questo discone dalla copertina altrettanto stupenda.
Il cd si apre con un arpeggio agrodolce, un' intro spaventoso che da vita a una sorta di apocalisse dove Lars Ulrich presenta un doppio pedale da urlo (Vabbè, sempre niente in confronto a un certo Pete Sandoval e un certo Gene Hoglan): siamo di fronte a "Fight Fire With Fire", bellissima canzone che funge da anello di collegamento tra questo album e il precedente. E' infatti presente la grossolanità di Kill 'em All. Arriva subito dopo la maestosa title track. Qui la chitarra di Kirk Hammet crea un assolo di un minuto e quaranta che sprigiona una carica pazzesca, forse il più bello che le mie orecchie abbiano mai sentito, poi James Hetfield che urla "Someone help me oh please God help me they are trying to take it all away i don't want to die"... da brividi!!!
Anche in questo disco i "best of" fioccano a non finire, difatti troviamo "For Whom The Bell Tolls" canzone che nella sua semplicità sa sprigionare una miriade di emozioni.
Adesso passiamo all'episodio forse migliore di tutti, "Fade to Black", la prima struggente ballad dei MetallicA con una Lyric altrettanto strappalacrime: il pezzo forte del pacchetto che da sola vale il prezzo del cd.
Entriamo ora in una fase delicata, troviamo infatti la parte dell'album dove si trovano le songs più criticate: "Trapped Under Ice" ed "Escape". Contestatissime e ritenute solamente come canzoni per fare numero dai più, a mio avviso restano validissime, soprattutto la prima, secondo me mal giudicata ingiustamente. Forse la successiva si macchia di una seconda parte un pò noiosa, ma questo non cambia il fatto che io la reputi come una canzone per niente da buttare (però anche voi vi lamentate di Escape quando tredici anni dopo hanno fatto cose sensibilmente peggiori! :-@) In ogni caso queste vengono subito dimenticate, perché si arriva a "Creeping Death", epica songs destinata a fare la storia dei Four Horsemen... Un autentico capolavoro dell' Heavy-Thrash Metal!
L'album si conclude con The Call Of Ktulu, splendida strumentale e secondo me la migliore dei quattro, influenzata dall'ingegno creatore di H.P. Lovecraft.
Vediamo... che "Ride The Lightning" è un masterpiece è già stato detto, fonte di ispirazione per i nuovi gruppi scritto prima, beh, non penso che mi resti altro da dire... Oh, dimenticavo, non ho ancora menzionato uno degli elementi fondamentali per la creazione di questo cd: quel geniaccio di Clifford Lee Burton, mio idolo di sempre che al basso crea dei riffs che spaccano in maniera spaventosa e si presenta come una sorta di spina dorsale per il sound, in particolare in "The Call Of Ktulu", anche se purtroppo il suo basso si sente molto poco...
Ora penso proprio di aver detto proprio tutto, spero solo che riteniate la recensione bella almeno quanto la metà di questo grandissimo album.

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