1984, mentre la NWOBHM giunge al suo tramonto dando alle stampe i suoi capolavori definitivi, "Defenders Of The Faith" dei Judas Priest e "Powerslave" degli Iron Maiden, in California giungeva a sua maturazione il movimento Thrash che avrebbe raggiunto il suo apice nel 1986.

Fu in quell'anno che i Metallica, diedero alle stampe il loro secondo album, "Ride The Lightning", dopo la furia omicida di "Kill'Em All" che insieme al contempraneo "Show No Mercy" degli Slayer e' universalmente conosciuto come l'atto battesimale del Thrash (e secondo me di tutto il metal estremo), i Metallica danno una rinnovata al loro stile, non siamo ancora alla perfezione di "Master Of Puppets" o ai tecnicismi di "And Justice For All", ma i Four Horseman confezionano quello che puo' essere considerato il loro vero primo grande album.

Il Disco inizia con un arpeggio di chitarra classica che nulla lascia presagire dell'inferno che si scatenerà di li a poco, infatti poco dopo esplode "FIGHT FIRE WITH FIRE", una cavalcata assassina che non lascia un attimo di respiro, con un James Heatfield che che si esprime con una voce molto possente, soprattutto nel finale. Si prosegue poi con la titletrack "RIDE THE LIGHTNING" che e' un atto di accusa contro la pena di morte, anche questo brano è molto veloce ed incalzante con un bellissimo assolo centrale. Poi con "FOR WHOM THE BELL TOLLS" i metallica ci propongono uno dei loro primi mid-tempos, basato sul celebre romanzo di Hemingway sulla guerra civile spagnola. Con la quarta traccia, "FADE TO BLACK", arriva la prima semi-ballad dei metallica, il brano parte con un arpeggio iniziale, prosegue con due strofe molto melodiche e poi esplode in un finale al fulmicotone. Le seguenti due traccie, "TRAPPED UNDER ICE" e "ESCAPE", sono dai più considerate dei filler ma sinceramente a me piacciono molto, in particolare "Trapped Under Ice" che parla del miraggio dell'immortalità attaraverso l'ibernazione, mentre l'altra parla della voglia di vivere liberi da ogni costrizione e regola. La settima traccia "CREEPING DEATH", non necessiterebbe di nessun commento, ancora oggi i nostri la utilizzano come apertura dei loro concerti, questa è l'enciclopedia del Heavy Metal, si parla delle dieci piaghe bibliche che afflissero l'Egitto, si dice che l'abbiano composta dopo aver visto il il film I Dieci Comandamenti. Il sigillo finale di quest'opera è la mastodontica e bellissima "THE CALL OF KTULU", un brano interamente strumentale basato sui racconti del grande H.P.Lovecraft (per avere un idea di quante Metal Bands si siano ispirate alle opere di qesto immortale autore non avete che da curiosare su internet).

Quest'album mi ha aperto le porte del metal, per questo l'ho scelto come mia prima recensione, pur sapendo che è stato analizzato e recensito in tutte le salse, inoltre essendo la mia prima recensione ho scelto un album che conosco praticamente a memoria e sono voluto quindi andare sul sicuro, in futuro provero' a recensire anche gruppi emergenti e non molto conosciuti.

P.s. grazie TEPES per i tuoi consigli, i KRYPT OF KERBEROS son grandiosi, neanche io ho mai ascoltato nulla di simile prima!!!!!!!!!!!

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