Mi ero avviato al negozio di dischi pensando come durante tutte le ultime uscite dei Metallica, di spendere inutilmente i miei soldi, in effetti i precedenti non erano per nulla brillanti : il "black album" aveva abbandonato il thrash metal, ma era ascoltabile, "Load" aveva portato i ‘Tallica completamente aldifuori del mondo heavy metal e "Re-Load" era stata la goccia che ha fatto trabboccare il vaso: squallido mistume di hard rock (suonato malissimo) e pop/rock.

"St. Anger" però a me sembra un tentativo coraggioso per riprendersi, riportando un pochino di sana cattiveria nelle canzoni di una band che se faceva un "Tri-Load" davvero era finita, morta stecchita per me! Qui ci si riavvicina un po' al territorio natio, è impossibile non dire che "St. Anger" un po' metal lo suona, perché qui c'è un po' più di grinta e incazzatura (che sia finta o meno a me non interessa, il risultato è l'importante), altrettanto impossibile è però non ammettere che "St. Anger" ha sbagliato rotta, si voleva tornare al thrash metal, ma in queste 11 canzoni i Metallica sono scesi qualche fermata prima, perché il suono che prevale è quello del crossover/nu metal e le principali ombre che si aggirano nell'album sono Limp Bizkit, Korn e System Of A Down, contemporaneamente mi sono sentito in grado di poter dare una (strappata) sufficienza a "St. Anger" perché almeno è un'evidente espressione di rottura con "Load" e "Re-Load".

L'album inizia con "Frantic" e si parte abbastanza decentemente per essere l'opener/erede di una canzone come "Fuel", qui siamo in una specie di post-thrash mischiato al nu metal, che però (almeno alle mie orecchie) suona ascoltabile e andando avanti si rivelerà uno dei (rari) pezzi buoni di tutto il disco, già dalla prima canzone si evidenzia subito lo strano utilizzo della batteria da parte di Lars Ulrich, ovvero una batteria con la retina abbassata, sembra in pratica che stia suonando con uno strumento fatto di pentole e stoviglie però rende un po' di potenza alle song. Arriva subito la title-track, qui siamo di fronte ad un pezzo che è tutto nu-metal, dalla prima nota all'ultima, e chi domina è Fred Durst per le linee vocali di James (che avevo apprezzato molto di più sul "black album"), però musicalmente a me la canzone piace, soprattutto per l'uso (semplice lo so) che fa Ulrich della doppia cassa, si fa ascoltare fino alla fine. Molti parlano di "Some Kind Of Moster" come di uno scopiazzamento della mastodontica "Master Of Puppets": ma dove ? Qui siamo di fronte alla classica canzone/schifo, la peggiore dell'album con un riff incapace alla SOAD. System Of A Down uniti ad un certo ritmo punk rock in "Dirty Window", pezzo accettabile, soprattutto per il ritmo incalzante del ritornello. Un buon pezzo è "Invisibile Kid", riff buono ma canzone un po' ripetitiva, non so proprio a chi si possa paragonare Hetfield in tutto l'album se non ai fraseggi di Fred Durst, però le linee melodiche del corpo centrale della song mi piacciono. Il riff di "My World" è praticamente uguale a quello della precedente "St. Anger" e per questo non è degno di nota, arrivare perfino all'auto-plagio nello stesso album è troppo!

Ritorna a dominare il nu metal con "Shoot Me Again", canzone nata per stare su un album dei Korn e non su uno dei Metallica, però si fa ascoltare per il buon riff e i ritmi sincopati, tipici del crossover di Jhonatan Davis e compagni. "Sweet Dream" è ancora una volta da accostare ai Limp Bizkit, però ha decenti riff e quindi viene battuta dalla già citata "Some Kinf Of Monster" per la gara di peggior pezzo. "Unnamed Felling" si può considerare un'ottima canzone perché, i soliti accenni nu a parte, può ricordare musicalmente qualche cosina del "black album", James Durst a parte. Altro pezzo korniano è "Purify" per il suo andamento iniziale molto groovy, ormai Hetfield non lo commento più perché gli manca solo il cappellino girato. "All Within My Hands" ha una buona struttura, ma è discreta soprattutto per la resurrezione della tipica voce di James, è un po' tardi però infatti è l'ultima traccia del disco. Pecche più grosse da evidenziare : totale assenza di Kirk Hammet, le cose sono due : o non è arrivato alle registrazioni oppure si è addormentato per tutte le prime 10 traccie, rivegliandosi per suonare giusto quattro gatti di stacchi melodici in "All Within My Hands", sempre riguardante il riccioluto chitarrista, che cavolo mi rappresenta fare un disco senza un misero assolo, anche dei più schifosi, perché l'unica cosa decente dei due dischi precedenti erano proprio quelli: gli assoli ! Seconda grossa pecca è stata l'affidare le registrazioni del basso a quel cazzutissimo cornuto di Bob Rock, vero e proprio responsabile del declino musicale dei ‘Tallica, da un genio come Cliff Burton (riposi in pace uno dei più grandi bassisti degli ultimi 20 anni) a un pezzo d'asino come Bob Rock (ovviamente passando per il discreto Newsted, ora nei Voivod) ce ne passa!

Ribadisco che "St. Anger" ha raggiunto la sufficienza più per le intenzioni di un ritorno ad un sound grezzo e le grosse differenze con i suoi precedessori che per il suo effettivo valore, non siamo proprio sulla retta via, ma se si procede meglio forse potremmo tornare a sentire i "four horseman" suonare un decente disco di thrash metal.

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