"Tremolo", 1991: appena prima di "Loveless". E si sente.

Suoni, melodie, voci, arrangiamenti: tutto si mostra già come un perfetto magma bollente compatto, unito, che condensa vapori droganti e nel quale ogni traccia si riversa nell'altra in un unico flusso di coscienza estremamente dilatato e malleabile.

Apre "To Here Knows When" una delle tracce più destabilizzanti, dal punto di vista (extra) sensoriale di "Loveless"; una breve parentesi strumentale in coda al primo pezzo porta a "Swallow", il cui andamento narcotico, estatico della melodia e dell'arrangiamento si sposa perfettamente con gli erotici, spirituali gemiti e sospiri di Bilinda Butcher, qui oramai già nelle vesti di Musa ispirata e ispiratrice di fantasie, viaggi mentali, creazioni surreali, desideri, sogni psichedelici. "Honey Power" (con la stessa splendida voce che ci accoglie nella dolce e violenta distorsione del brano) e l'ubriaco, assorto, deformato ululato alla luna attraverso le chitarre oscillanti, ipnotiche, drogate della conclusiva "Moonsong" evidenziano al meglio l'intenzione della band; ovvero creare una sorta di realtà parallela, di dimensione "altra" in cui l'amplesso tra dolci, oniriche, psichedeliche melodie e distorsioni opportunamente trattate con svariate tipologie di "additivi" appare come qualcosa di totalmente alieno, davvero mai ascoltato prima.

Con "Tremolo" si viaggia verso mondi inesplorati, con "Loveless" li si raggiugerà per oltrepassarli; e per non tornare più.

Carico i commenti... con calma