Facciamo che vi racconto una storia...
C'era una volta una chitarra sorridente, acciderbolina. Una chitarra in acido, totalmente. Sorrideva e sorrideva, e dopo aver finito per l'ennesima volta di sorridere, sorrideva ancora una volta. Ti faceva l'occhiolino, e sulla tastiera v'era una scritta - "lasciate ogni speranza voi
che suonate". Detto questo, detto tutto.
Aveva cinquemila-settecento-venti-due mila corde, e nemmeno l'ombra di qualche buco per infilare il cavo (o qualcos'altro, a seconda dei
vostri rispettabili gusti sessuali). Ma torniamo indietro nel tempo -
25 d.C. -
La Persia muore sotto le sue stesse scarpette di vetro. Roma dilaga come la peste. Cesare è un ricordo, un ricordo è Cesare.
Giovanna Pompilova fa pompini che è un piacere, ma non gliene frega un cazzo a nessuno. La tipa del latte non fa che ripeterti "scusa ma
ti chiamo amore", e tu non fai altro che risponderle "io mi trovo tre metri sopra l'uccello".
Scopri che tua madre non ha senso e che tuo padre ne ha, ma sempre meno, sempre meno. Ti sciogli in lacrime perchè altro da fare,
caro mio, tu non hai (tu rafforzativo, per darti l'illusione di essere forte).
E un giorno esci con gli amici e riveder le stelle.
E cosa vedi nell'angolo più sporco della tua amata città di Gabibbi? Una scatola nuova, in tutti i sensi (e sessi).
Qualcosa che sta nel mezzo. Un richiamo al kraut più oscuro, con le mani sulle braghe della spiccata ironia dell'elettronica.
Una pietra miliare che non si muove, rimane ferma al Suo posto, cazzarola. Tua nonna non ci crede neppure, perchè tua nonna...
1,2,3.
Neu!
Tutto questo con il disco in questione c'entra tanto quanto un pene di elefante nel buco del culo di un neonato.
Embè ?
Niente. L'illusione di saperne qualcosa si mischia alla paura di non saperne niente, e tutto questo rende il nostro subconscio partecipe
di fatti, suoni, persone che in condizioni normali non degneremmo di alcuna attenzione. Tutto questo è Filosofia, figlia bastarda di un
giovane Holden fatto suora nel "Nome della rosa".
Come la tua prima ragazza, quando la convinci per la prima volta. Quel faccino sorridente (come la chitarra, ricordate?), cosi simile a quello di una qualsiasi rappresentante del gentil sesso. Eppure quella collina sotto l'ombelico....
Neu!, appunto.
Come la prima volta che senti "Hallogallo" - il cervello che va in erezione, gli occhi che lacrimano. Pian piano cadi in ginocchio, gridando -
Chi cazzo mi ha messo il sale sotto le ginocchia?!
Come l'ultima volta che hai fumato una sigaretta, brutto dipendente. L'ultima volta è cosi lontana che la sigaretta fuma ancora.
Ma Dinger si limiterebbe a dirti - Ehi, poppante, quella roba è per fighetti (solo in apparenza) : vieni qua che la roba seria la teniamo noi !
La controdomanda quando la prof. ti domanda di domandarle in inglese "che ore sono" sorge spontanea - Are you glück ?!
Non l'avresti mai detto, eppure sto rock coi fiocchi (e con i krauti) ti piace. Un sacco. Un sacco pieno di centoni.
Con su una bella $. Ma a te chetti frega, tanto non hai mai seguito le mode. Non sei ne vecchio, ne lento, ma neppure rock.
E allora? Allora mambo. No, allora...allora NEU!
- Hallogallo - 10:07
- Sonderangebot - 4:51
- Weissensee - 6:46
- Im Glück - 6:52
- Negativland - 9:47
- Lieber Honig - 7:18
Niente fu più lo stesso, tranne la lunghezza del tuo Pipino.
Saluti cortesi et aulici per Voi.
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