Si, lo so, adesso verrò massacrato perché questo disco è già stato recensito due volte. Prima di essere condannato senza appello dai Derecensori vorrei scrivere il perché di questa ulteriore recensione: è il tentativo di un non-fan di Nick Drake di spiegare un suo album a chi non lo conosce, ma cercando di pormi nell'ottica di chi non ha una venerazione smodata verso questo artista.

Certo, ammetto che la curiosità di ascoltarlo era tanta appena ho acquistato "Bryter Layter"... la sensazione che avevo era che i fans di Drake fossero una sorta di "setta" per pochi iniziati, e a ciò ha contrbuito il Drake-revival che alcuni critici musicali hanno alimentato da qualche anno a questa parte (vedi l'inserto musicale de La Repubblica, per esempio), al punto che mi sono chiesto "come avrò fatto per tutti questi anni senza Nick Drake" ? Più seriamente.... non scrivo questa recensione per denigrare i fans di Drake, ma per aggiungere una voce forse (senza offendere nessuno) un pò più obiettiva....

Innanzitutto so che questo per molti non è il disco più rappresentativo de Nick Drake, e inoltre chiedo scusa per i limiti oggettivi conseguenti, ma non conosco gli altri albums. Come descrivere questa musica? Prima di tutto, grande prevalenza della chitarra acustica, sprazzi di tastiere e pianoforte e fiati e archi talvolta in sottofondo. Ecco, specialmente questi ultimi a me fanno venire in mente (per esempio negli strumentali, ma anche in "At The Chime Of The City clock") certe sequenze di film e telefilm inglesi di fine anni '60, in cui magari il protagonista passeggia per le vie di Londra, e la telecamera ogni tanto inquadra scorci cittadini.... sembra proprio di ascoltare quel tipo di colonna sonora, e chi li ha visti potrà forse capirmi.... Il clima che si respira, tranne pochi brani, è quello di atmosfere delicate, di umore fondamentalmente malinconico, e di strumentazioni suonate quasi per non disturbare troppo l'ascoltatore, sebbene, come già detto, ci siano pezzi un pò più vivaci, come "Poor boy" (una bossa nova, addirittura..) o "Hazey Jane I".

Intendiamoci, si sente e come che c'era del talento compositivo, basti ascoltare pezzi pregevolissimi come "Fly", "Northern Sky", e la già citata "At The Chime Of The City clock" per capire che la stoffa dell'artista non mancava affatto. In "Northern Sky", per esempio, mi sembra di risentire (sono sentori vaghi, sensazioni tipo "flash") "The only living boy in New York" di Simon & Garfunkel, ma è da evidenziare che Nick Drake aveva saputo creare uno stile personale, seppure, ovviamente, figlio dei suoi tempi. Cosa c'é che non va allora? Beh, quello che per alcuni è un pregio, per me è il vero grande difetto di Nick Drake: la voce. A mio avviso alcune canzoni sono cantate con un tono così flebile di voce che tolgono efficacia al risultato finale; d'accordo che il clima musicale è sul "sommesso", ma la mia opinione è che certe canzoni, con un altro cantante dalla voce più decisa e con estensione vocale maggiore avrebbero acquistato in brillantezza e fruibilità. Altro difetto è proprio la necessità di essere per lo meno un pò giù di tono per poter ascoltare questo disco fino in fondo; in una giornata allegra non mi sognerei mai di mettere su questo "Bryter Layter", anche se so che la sua musica era uno specchio della sua personalità.

In conclusione, "Bryter Layter", per me indica Nick Drake come un cantante che aveva un notevole potenziale dal punto di vista della bravura compositiva, ma che, per limiti soggettivi, non si è espresso nella maniera più convincente. E adesso crocifiggetemi pure.... ma visto che su Debaser ho letto che anche i Beatles possono essere messi in discussione, perché non si può per il "fenomeno" Nick Drake?

E comunque io dò quattro pallini come voto, mica bruscolini....

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