Bryter Layter è il secondo lavoro di Nick Drake dopo la delusione del precedente album Five Leaves Left che non trovò il meritato successo.
L'album contiene la sua genesi e la sua storia già nel titolo, che riprende una frase con cui spesso chiudevano gli speaker delle previsioni del tempo: "brighter later",che significa "schiarite più tardi" (onomatopeicamente resa in dialetto cockney: per l'appunto Bryter Layter). Con questo album infatti Nick voleva in qualche modo ricercare un rasseneramento esistenziale che da tempo mancava, rischiarare il suo "cielo del nord" troppo spesso carico di nuvole, di paure, di ansie, ricacciare i suoi demoni, magari facendo coincidere tutto ciò con l'approvazione e il plauso della gente che mai (almeno in vita) capì quanto fosse grande il suo genio.

Per quest'album, quello che sarebbe dovuto essere della consacrazione, Nick volle tutto il meglio, non a caso per gli arrangiamenti sontuosi collaborò anche John Cale, già Velvet Underground e assiduo frequentatore della Factory di Andy Warhol, che rimase letteralmete folgorato dalla figura del ragazzone di Tanworth-in Arden.
Il risultato fu effettivamente qualcosa che rasenta la perfezione assoluta... ascoltandolo si ha quasi la sensazione di entrare in un mondo parallelo, in un qualcosa di staccato, di scollegato dalla realtà terrena. Si è come sospesi in aria, quasi un galleggiare, un fluttuare perpetuo tra la Vita e la consapevolezza, e la Morte (che prevarrà in Pink Moon) e la più completa incomprensione.
Il disco tocca i suoi punti più alti con l'agrodolce e frivola "Hazey Jane I", la jazzata "At the Chime Of a City Clock" figlia del suo soggiorno londinese, ma anche la malinconica "One of These Things First", dove elenca le cose che sarebbe potuto essere, ma che non sarà mai... e le sorprendenti e intime "Poor Boy" e "Northern Sky" splendida canzone d'amore, incentrata anche sull'accettazione completa dell'altro - "Would you love me for my money, Would you love me for my head, Would you love me through the winter would you love me 'till I'm dead".

Oltre alle canzoni, pezzi strumentali, magnificamente arrangiati e intrecciati, aprono, chiudono e tengono in piedi uno dei più bei dischi di tutti i tempi.
In Bryter Layter folk-blues - jazz-pop colto - arrangiamenti classici (Nick Drake amava Bach e basti pensare alla formazione classica di Cale) vengono miscelati e accostati in maniera perfetta... ne esce fuori un disco imperdibile per chiunque apprezzi la buona musica e per chi ancora non conosce Nick Drake.

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