Valorizzazione del rapporto tra te e gli occhi di chi prova ad ascoltare i tuoi balbettamenti. Niente ansia, lascia ai cani in strada la voglia di correre e mordere.

Un aperitivo si, ma con chi decidi tu. Non leggero, però etereo. Lounge bar è la parola sbagliata nonostante tu stia cavalcando trombe influenzate stranamente da Davis. Esiste qualcosa di freddo, electro, a volte dub. Tante e reinterpretate le influenze di Eno. Caldo per essere una macchina di lusso che gira attorno al deserto di S. Siro tra marciapiedi troppo alti e vigilesse con guanti e frusta sadomaso. Freddo se vuoi appoggiarlo sopra un bancone color ebano e luccichii di spine da birra bianca.

Un arredamento, perfetto incrocio di liberty, advanguarde, vintage e il salotto dell'Enterprise. Viso rotondo, capelli castano brillante, frangia quasi a coprire il campo visivo, labbra carnose, incisivi piuttosto grandi, occhietti azzurro spento, un basso pulsante. Gambe accavallate, vestiti scuri mandano a cagare il tono su tono, addosso la tua camicia è nera, su completo nero, su scarpa nera, su occhi rossi, capillari rotti, sanguinanti. Poche bollicine, colore rosso vivo, che rotea attorno a uno stecchino deforme di legno. Battiti cardiaci quasi impazziti, a volte dolori intercostali. Ripassano davanti ai tuoi occhi le due ore precedenti, la piazza di pietre sporche, foglie che cadono, tra il paglierino e il rosso fogo, folate di vento di un fastidio di venti anni fa. Pensi che le lacrime siano causte da queste, rianimi col superpuncher lo stronzo che piangeva quando da bambino la maestra non gliela faceva mai toccare, che coglionazzo. Hai una paura che definire malsana è limitativo.

Arriva?

Arriva. Amazzone ipercomposta, illibata, eccesso unico, essere troppo figa, no alcool ma free drink per lei, i marciapiedi smettono di sputarsi addosso e osservano, tu ti gasi, gongoli, li guardi ed esplodi nella soddisfazione pirotecnica che solo un bombarolo tiene legata alla faccia. Guardate tutti, bastano 5 minuti di gloria e poi potrebbe sparire. La gente abbassa lo sguardo senza farlo fisicamente. Tu spari a tutti. Muoiono per resuscitare il mattino dopo con una scimmia al loro fianco. Ci sono due ore, le parole affiorano lente ma non ti poni il problema, da qui in poi è tutta discesa, potrebbe scoppiare dentro il bar, tu non te ne accorgeresti. Mandale anatemi colorati d'avorio, perchè hai sentito dire che il suo ex ne portava sempre, squallido urtarolo malcomposto. Solo dopo un lasso troppo lungo ti accorgi che a lei del tuo silenzio frega una mazza. Alle 4 sei solo. Puoi scegliere di parlare con un marciapiede o coricarti dopo una sana dose di taurina. Però vedi un tipo, sfatto su un lato della strada, ti avvicini e lo punti.

"Ehi tu, sei gay?"

L'uomo si gira e balbettando "certo che no, cosa vai blaterando?"

"No perchè magari mi facevi un pompino, vabè buonanotte. "

"Questo è un tributo a quel ghei di G_à e a tutto lo staff di nani sgaggi, l'avevo promessa lui almeno un anno fa. . . non ho guardato se era impostata a dovere, l'ho scritta e basta. "

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