Il ritorno che (quasi) tutti aspettavano. Questi (quasi) tutti speravano in un disco di qualità superiore all'ultimo "Heathen Chemistry", abbastanza contraddittorio, contenente perle e contemporaneamente banalità di un certo livello (chi si ricorda "She Is Love"?). Dopo un lavoro in studio abbastanza travagliato e l'arruolamento dietro le pelli di Zak Starkey (figlio di Ringo Starr e membro degli Who attuali) le speranze di quei (quasi) tutti si può tranquillamente dire che sono state ripagate al meglio.
Il disco suona molto poco Oasis, e molto anni '70, stile Stones-Kinks -(ovviamente) Who.

Il singolo apripista, "Lyla", ha l'intro rubato (che novità...) a "Street Fighting Man". In sostanza è un orecchiabilissimo brano pop-rock, come lo erano stati in passato "Roll WIth It" oppure "The Hindu Times". Ritmo tirato, parte di batteria molto semplice stile Doves con controtempo nel ritornello e parte chitarristica senza assoli (come ormai troppo spesso succede alla band di Manchester).
In "Turn Up The Sun" ci si trova davanti ad un ottimo episodio, la perla del disco. Sound piuttosto duro e coinvolgente (come non si sentiva dai tempi di "Be Here Now") che ci dimostra il cambiamento della band. In questo cambiamento sicuramente ha avuto al sua importanza il cambio di guardia alla batteria. Zak Starkey ha una tecnica molto diversa infatti da Alan White, che era fautore di un suono molto più morbido e meno tecnico del nuovo acquisto. Bella la chiusura, con ritmo leggermente piu lento rispetto a quello piuttosto sostenuto del brano.
"The Meaning Of Soul" dura meno di due minuti e lascia abbastanza impassibili all'ascolto con il suo ritmo tiratissimo, forse anche troppo. In "Mucky Fingers" sembra quasi di sentire i Kinks, con una stupenda parte di armonica nella parte finale. Estremamente semplice la parte strumentale, con accordi ripetuti per tutti i quattro minuti. Nella conclusiva "Let There Be Love" si sentono i soliti Oasis, pop come erano già stati abbastanza in passato (basti citare "Stop Crying Your Heart Out" e "Half The World Away"). Molto bella e delicata l'alternanza alla voce di Liam e Noel, il pezzo è un rifacimento di una bside delle session di "Standing On The Shoulder Of Giants").
Pezzi assolutamente ininfluenti sono "The Meaning Of Soul" e "The Importance Of Being Idle", gli unici forse al di sotto del valore del disco insieme a "Part Of The Queue".

Dopo il semi-flop di "Heathen Chemistry", un disco che ci mostra la band mancuniana in gran spolvero. Ottimi episodi ("Turn Up The Sun", "A Bell Will Ring", "Mucky Fingers") alternati a pezzi piuttosto sottotono ("The Meaning Of Soul") rendono questo un lavoro molto apprezzabile. Sicuramente i fasti di "Definitely Maybe" e "Morning Glory" sono ormai lontani e forse irraggiungibili dai cinque. Una cosa è certa : qui ci sono brani molto meno morbidi e pop dei due precedenti lavori, la cui forza sarà sicuramente l'esecuzione live.

Soddisfatti o rimborsati? Certamente soddisfatti, anche se non al 100 %, ma al 70.

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