Corre l'anno 2000.
Gli Oasis pubblicano, a mio parere, il loro miglior album. Dopo le bordate elettriche di "Definitely Maybe" e "Be Here Now" interrotte dal successo planetario di "(What's The Story) Morning Glory?", il gruppo di Manchester, orfano di due componenti, abbandona il sound degli esordi per sfiorare sonorità più profonde e psichedeliche.
E' difficile trovare un album che cominci in modo migliore di "Standing On The Shoulder Of Giants". Il rock strumentale di "Fuckin' In The Bushes" travolge l'ascolto con i suoi riff accattivanti a ripetizione. Segue "Go Let It Out", classica canzone in stile Oasis. "Who Feels Love?" ci delizia con le sue melodie orientali. "Put Yer Money Where Yer Mouth Is" ci riporta ad un giro d'accordi basilare del rock'n'roll. Per la prima volta su un album del gruppo viene pubblicata una canzone composta da Liam: "Little James", dedicata al figlio, con tanto di pianoforte e coro finale stile "Hey Jude". "Gas Panic!" apre il secondo lato del disco… probabilmente la migliore canzone del disco, maledettamente psichedelica. Seguono le due canzoni cantate da Noel: "Where Did It All Go Wrong?", che è l'unica inflessione dell'album, e la stupenda ballata "Sunday Morning Call". Si ritorna al rock crudo ed elettrizzante di "I Can See A Liar" per poi chiudere con la bellezza senza fine di "Roll It Over".
Perfetto.
Da qui in poi, purtroppo, sarà solo declino.
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