Un deciso cambio di direzione.
Questo è quello che viene da pensare appena finito di ascoltare il quarto lavoro in studio degli Oasis.

Per alcuni si nota in questo album un certo declino della band mancuniana (ormai lontana dai fasti di Wonderwall e compagnia bella...), per altri invece è semplicemente un tentativo di sperimentare nuove strumentazioni e nuovi sounds... Bè... io mi schiero da entrambe le parti, perché se è vero che questo non è assolutamente un cd memorabile, è vero anche che ogni band ha il diritto di provare ad evolversi e a non fossilizzarsi troppo su un unico genere...

La partenza è eccezionale con la strumentale e rockeggiante "Fuckin' In The Bushes" (usata come nastro d'apertura nei live) contenente un estratto dal film "Isle of Whight 1970".
"Go Let It Out", primo singolo, è un classico brit-pop di inizio anni '90, cosí come "Where Did It All Go Wrong?".

L'unico brano veramente rock'n'roll è "I Can See A Liar", molto tirata, presentata solamente due volte dal vivo (e questo è un peccato)... Molto semplice (ma ascoltabilissima) "Little James", dedicata da Liam al figlio...
"Gas Panic!", "Roll It Over" e "Who Feels Love?" hanno un sound molto particolare, molto psichedeliche...
Unica traccia veramente fuori luogo e secondo me inutile è "Put Yer Money Where Yer Mouth Is", che poteva essere sostituita benissimo da "Let's All Make Believe" (lato b di "Go Let It Out").
"Sunday morning call" è la classica ballata di matrice-Oasis ed è anche usicta come singolo.

In questo album sono presenti tre scopiazzature (o "ispirazioni", che dir si voglia) notevoli: la parte cantata di "Put Yer Money Where Yer Mouth Is" è pressoché identica a quella di "Roadhouse Blues" dei Doors; l'intro di piano di "Little James" è simile a quello di una certa "Let It Be" e infine l'assolo di "Roll It Over" è quasi identico a quello di "Come Together", con un tempo leggermente rallentato (insomma... riferimenti ai Beatles ce ne sono sempre... nel bene o nel male...).

Questo lavoro è stato caratterizzato dall'uscita dal gruppo del chitarrista Bonehead e del bassista Guigsy (rimpiazzati da Gem Archer e Andy Bell, musicisti di ben altro livello) ...non è un disco da possedere ad ogni costo... solo per veri fan (gli do tre stelle perché io sono uno di questi, meriterebbe qualcosa di meno, forse un 2,5...)

"...Baby the time is right to tell it all like it is..."

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