Bene bene... Ci troviamo di fronte ad un capolavoro assoluto, una pagina di storia, un simbolo dell'Inghilterra di metà anni '90, il punto più alto raggiunto dagli Oasis.
E' stato definito un album brit pop, ma in realtà è rock puro, anche se è innegabile la presenza di brit pop, fenomeno di massa nell'isola di Sua Maestà all'epoca della pubblicazione di questo album.

Il suddetto album è un alternarsi supercoinvolgente di canzoni memorabili, intervallate da pochi lavori normali e comunque niente male. Si comincia con il ritmo pungente di "Hello", degna intro per le successive tracce. La seconda è "Roll With It", canzone brit pop che fece nascere il dissidio tra Oasis e Blur, essendo uscita come singolo nello stesso giorno di "Country House" di Damon Albarn e soci. Viene considerata dallo stesso Noel Gallagher un pezzo insopportabile, anche se è un concentrato di energia particolarmente ben riuscito. La terza traccia, la più famosa e un successo incredibile, è "Wonderwall", parola senza significato preciso presa dal titolo di un album di George Harrison; la melodia è bellissima, commovente, e unita ad archi e compagnia varia è un vero pezzo da novanta.

Ma il pezzo più bello in assoluto della carriera del gruppo di Manchester è il successivo, "Don't Look Back In Anger", che inizia con la intro di "Imagine"; qui per la prima volta sentiamo la voce di Noel, straordinario sia con la chitarra che cantando; il memorabile assolo di questa canzone è un qualcosa di assolutamente unico. Segue a "Don't Look Back In Anger" "Hey Now", carina, orecchiabile, ma niente di che. Poi c'è il primo singolo estratto, "Some Might Say", bellissima, senza pause e riposo, che vola via in un attimo anche se dura 5 minuti buoni. Poi, "Cast No Shadow", dedicata a Richard Ashcroft, dolcissima nel suo ritmo lento e ripetuto, con la voce di Liam che è stupendamente inserita nella parte, aiutata dai background di suo fratello. "She's Electric", l'altro pezzo brit pop, è una canzone mediocre, la meno positiva tra tutte. Ed ecco dunque l'esplosione rock di "Morning Glory", un casino di chitarre con un ritmo incalzante e duro, un colpo di genio di Noel che la scrisse e se la immaginò da ubriaco. Per finire, la sognante "Champagne Supernova", per la quale non esistono definizioni capaci di descriverla.

Questo album, in conclusione, va giù come l'acqua, senza momenti di noia, anzi, con pezzi storici ed inimitabili. Mitici Gallagher!

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