Quattro brani per gli Ovo e due per i Sinistri e così prende forma lo split tra due dei gruppi più interessanti, oltre che musicalmente rilevanti, del panorama sonoro nostrano, laddove - nel caso specifico - la costante è rappresentata dalla presenza di Xabier Iriondo (iniziavo a sentire la sua mancanza, visto che pareva aver messo un freno alla mania di presenzialismo...) in qualità di ospite su un pezzo di Ovo e su entrambi quelli dei Sinistri.

Per quel che concerne la prestazione offerta dell'accoppiata Stefania Pedretti e Bruno Dorella occorre annotare come la formula da loro ideata venga ulteriormente indagata e approfondita, materializzando quel misto parapsicologico dove doom e avanguardia rock sperimentale sanno tanto convivere quanto sopravvivere di vita propria e distinta. Striscianti, perversamente allegorici e freak nell'essenza più creativa del termine, ma sempre nel nome di un'oscurità paranoica che conserva un pesante alone metallico, rarefatto, contorto o esplicito.

Con i Sinistri la faccenda si fa più aleatoria, non perché prima regnasse l'ordine, anzi la costante del caos domina la totalità delle sei tracce, ma perché tale risulta la percezione dell'ascoltatore. A livello epidermico direi che paiono più orientati alle destrutturazioni funky di quanto non lo siano stati sinora, ma è chiaro che l'affermazione va inserita nel contesto di scatti ritmici, contorsioni chitarristiche e minimalismo noise dilatato.

Trattandosi di un incontro, ma anche di uno scontro, non posso esimermi dal dichiarare un vincitore, che nel caso specifico è Ovo!

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