B-Movie - Letter From Afar (Big Mix)
La loro traccia perfetta (Nowhere girl, conosciuta ai più, è troppo facilotta ormai dai su)
 
Procol Harum - 04 - Pilgrims Progress (1971)
e beh, con lui è iniziato tutto non dimentichiamocelo
grande, grandissimo
ciao.
 
#NEW
"Piscolabis" in ascolto oggi ,assai interessante. #elettronica #pop
Golden Bug · Tokoyo No Kuni feat. Vega Voga (OFFICIAL VIDEO) by Golden Bug
 
When It's Over sam henry r.i.p.
 
Icicle Works - As the Dragonfly Flies
Disco imperdibile per gli amanti dell'indie. Non solo indie qua. Molti sentori psych, beat e punkwave. Il batterista credo sia uno dei più fighi del periodo. Dopo l'esordio si sono appiattiti un pochetto ma quella Hollow horse nel disco successivo è un'altra gemma.
 
Blancmange - Blancmange - Feel Me
Altra gente che ci sapeva fare.
 
II - Roman Polanski's PIRATES - Ghost-ship.flv Dopo "Tess" (alegria!) per me finisce il periodo d'oro di Polanski, quello in cui aveva tirato fuori quasi esclusivamente ottimi film o capolavori. Dopodiché, cosa anche piuttosto normale, diventerà più altalenante nella qualità della produzione (con almeno un altro capolavoro, almeno, e diversi altri bei film ma anche qualche puttanata da antologia), in particolare quel periodo a cavallo tra la metà degli anni '80 e i primi anni '90 credo sia stato, a mio gusto, il meno interessante della sua carriera, con un terzetto di film abbastanza (tra)passabili. Tipo questo che in realtà ha pure belle cosucce, un gustoso Matthau piratoso, qualche scena memorabile (cena col sorcio) e comunque un piglio avventuroso azzeccato, oltre che una dose di "cattiveria" che Polanski non manca di inserire anche qui, come sempre nelle sue commedie; non è un brutto film e capisco che possa divertire, purtroppo per me le avventure e storie piratesche non hanno la benché minima attrattiva e onestamente mi sono abbastanza rotto le palle a guardare 'sto film. Di marinaresco mi piaccion le ballad, i film... Meno. Come omaggio al vecchio cinema d'avventura non è male, ma per mio gusto no, grazie.
 
Pillole della NOSTRA Storia (16)
Tra dentro e fuori non c'è nessuna differenza.

"Abbiamo tutti a che fare con una
difficoltà [...] sociale, di natura culturale e indubbiamente negativa: non siamo stati educati a vivere a lungo le contraddizioni. Una tale capacità, ovvero la resistenza interiore, richiede una forte modestia, un'accettazione cosciente dei propri limiti che cozza puntualmente con l'individualismo di cui i più vengono imbevuti fin da bambini. Può succedere allora che per esorcizzare la paura il cosciente compromesso sul comportamento si trasferisca pian piano in un compromesso della coscienza, spostando la soglia dell'invalicabile. E' l'inizio
della caduta sul cammino della disumanizzazione.
Descriverò ora questa eventuale caduta in modo inevitabilmente astratto. Descriverò cioè i
meccanismi che da un punto di vista ideale portano spesso un individuo a disumanizzarsi ma che, per fortuna, incontrano nella realtà delle resistenze, un andamento tutt'altro che lineare: si cade nel primo pezzo di percorso, ci si risolleva nel secondo...
La falsa coscienza è essenzialmente un far di necessità virtù, una graduale rimozione della
coscienza del conflitto, e della positività della sua esistenza all'interno della coscienza. La perdita dell'equilibrio interiore è una sorta di peccato d'orgoglio; si diventa incapaci di riconoscere i
propri limiti e capaci invece di mentire a se stessi. L'individuo costruisce allora una falsa unità - falsa perché impossibile - tra coscienza e comportamento. Egli si rappresenta così un mondo sempre più fantastico, in una spirale solipsista che credo simile a quella del paranoico, dove gli altri diventano sempre più irreali o surreali, sempre più “strumenti” o “ostacoli”. Il confine tra fantasticheria e realtà si fa sottile e confuso, come quello fra bugia e autoinganno. Per esempio avviene spesso che tra una cella e l'altra il desiderio di qualcuno diventi una «voce» la quale per altri diventerà notizia sicura da diffondere fino a diventare illusione collettiva. In tutte le carceri
di tutti i tempi e paesi si è sempre in attesa di un qualche progetto di clemenza o di un evento
che farà comunque cambiar le cose in meglio. Il bisogno di speranze diventa un atteggiamento
“infantile”, una attesa che affida ad altri il proprio avvenire rendendo sempre più labili i confini
tra la fantasia e la realtà [...] abbiamo a che fare con una regressione infantile, infantile perché deresponsabilizzante, deresponsabilizzante perché autogiustificante:
essa porta infatti il soggetto a trovare in sé una coerenza che può prescindere sempre più dal
comportamento rendendosene conto sempre meno. Il primo, infatti, si autorappresenta come
uno cui si deve molto perché è bravo, il secondo è uno che non deve niente a nessuno perché ha
ricevuto solo del male. E via via che il recluso si allontana dal senso della realtà, ci accorgeremo
che a ciò corrisponde l'accettazione della realtà imposta dal carcere. Mentre la mente c