Dimenticatevi tutta la musica di prima. Questi sono i Pain Of Salvation.
La mente contorta e geniale di Daniel Gildenlow ci ha regalato questo concept album incredibile, stravolgendo totalmente gli schemi della musica della sua band. Non tutti i fans dei PoS infatti hanno saputo accettare appieno questo disco, ed io stesso che sono un fanatico ci ho messo un po'di mesi per riuscire a "domarlo".

Pensate solo al concept: la formazione di un'entità sovrannaturale, che si trova ad esistere e subito si chiede perchè, si chiede "chi sono io?", fino a giungere alla conclusione che si chiamerà Dio e che creerà un mondo popolato da esseri creati a sua immagine, dei quali poi perderà il controllo, e ciò porterà inevitabilmente al declino ed alla distruzione della razza umana, fino alla creazione di una nuova "entità". Scusate il riassunto, ma se questo concept è difficile da capire, è pressochè impossibile da spiegare...
La musica è un mix incredibile dei generi più disparati: si passa dal folk con influenze celtiche a pezzi più pesanti (ma dimenticatevi il metal vero e proprio), fino ad una canzone soul, passando da un cantico che ha qualcosa del gospel. Le 15 tracce sono spesso intermezzate da dialoghi che rientrano nell'ottica del concept. Che vi piaccia o no, la qualità della musica è insuperabile, per merito anche di un'orchestra composta da due violini, una viola, un violoncello, un flauto, un oboe, due clarinetti ed una tuba.
Le atmosfere sono mistiche, e riescono sorprendentemente a rispecchiare il testo di ogni canzone. Già, i testi: sono molto vari, spaziano dalla formazione della terra per mano di Dio alla rabbia di un uomo che ha perso la sua amata nei confronti di Dio stesso (I need something to blame for this pain), a odi religiose, alla descrizione della vile vita di "Mr. Money", che vive alle spalle della gente povera, alla registrazione di una sorta di segreteria telefonica dove la gente lascia messaggi a Dio... e sono meravigliosi, una vera e propria prova poetica riuscita nel migliore dei modi.

Descrivere ogni singola parte di questo lavoro sarebbe lunghissimo, è talmente vario che avrei bisogno di ore di scrittura. Posso limitarmi a dire che se vi avventurate in quest'opera dovete prendervi molte ore libere, e non fermarvi se non sarete convinti dai primi ascolti, ma soffermarvi sui testi (senza la lettura dei quali questo disco vale la metà) e sulle varie sfaccettature della musica proposta.
Le canzoni migliori a mio parere (non fatevi spaventare dai titoli in latino) sono "Imago", "Dea Pecunia" ed "Iter Impius", ma non c'è a mio avviso un pezzo in questo disco che si possa ritenere non bello.
In conclusione, consigliato a chi se la sente di immergersi in un'avventura musicale piuttosto complicata, ma sicuramente molto appagante una volta assimilata appieno. Se invece preferivate i "vecchi" Pain Of Salvation, non temete, uscirà entro un anno "The Perfect Element Part II".
Da avere.

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