E' un rito calcistico, ma ci stava tutto per esprimere la gioia incontenibile dei 22mila all'Arena di Verona. Il pubblico accorso al concerto dei Rem dà inizio a una ola che percorre l'anfiteatro da parte a parte e io sono beatamente nel mezzo. Sì! L'emozione si tocca con mano, suona il gruppo di Michael Stipe con le canzoni del nuovo album "Accelerate", il primo registrato in studio dal 2004, che la band sta portando in giro per la Penisola in una serie di date che culmineranno il 26 e 27 settembre, a Bologna e Torino. Nella tappa veronese il gruppo di Athens si mostra in splendida forma, sia dal punto di vista artistico sia d'immagine. Stipe elegantissimo in gessato nero si muove come una scimmia sul palco, producendosi in balzi da atleta per raggiungere le prime file e le gradinate. Davvero non si tiene, ma quanti anni ha? Alle spalle, una scenografia iper - tecnologica con mega schermi a riflettere l'immagine del cantante decuplicata, posterizzata, accelerata appunto. Con i fidati compagni di sempre Peter Buck e Mike Mills, il leader strappa subito l'applauso inanellando una serie di assi da far paura: spazio a "Supernatural Superserious", il singolo tra i più trasmessi in radio questa primavera, seguito dalle perle di un passato che pochi possono vantare. Tra queste si contano "What?s The Frequency, Kenneth?", con la gente che già comincia a battere i piedi frenetica, poi "Begin The Begin", da "Monster", e "Bad Day". E' a questo punto che Buck, con la Gibson che percorre ormai a occhi chiusi, si rivolge al pubblico delle poltrone lanciando un inequivocabile richiamo: «Siete a un concerto rock, non all'opera, potete alzarvi e ballare se vi va». I fan non se lo fanno ripetere due volte. Eccoli balzare in piedi al ritmo di "The One I Love" e "Imitation Of Life", pietre miliari di un repertorio che ne vale almeno quattro. Ma che sensazione dev'essere costringersi ad accantonare brani che hanno fatto la tua storia, e la storia del rock, in fase di scaletta?!? Stipe e soci ricordano gli esordi di "Murmur" e i momenti melodici altissimi, impagabili di "Drive", apice del live act. Sulle labbra e nel cuore si posano dolcemente le note di "Find The River", eseguita con una sezione di organo, stupenda traccia di chiusura di "Automatic For The People". Un battito cardiaco più forte, un balzo in avanti ci porta a "Man - sized Wreath", che prepara il climax adatto a introdurre "Orange Crush" e "Pretty Persuasion". Le percussioni di Bill Rieflin danno il là per "It's The End Of The World", mentre uno dei bis non poteva che essere "Losing My Religion". E qui anche i più riottosi a muovere le gambe han ceduto. Un pizzico di invidia è andato ai ragazzi del fan club, che nello spazio solitamente riservato al golfo mistico hanno potuto abbracciare il loro eroe, Michael, finalmente offertosi al bagno di folla. Lo abbracciano. Anch'io anch'io! Ora li attende il Nord Europa con furore.

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