Artista, parola apparentemente semplice, eppure dalle molte sfaccettature.

Chi è mai un artista?

Un personaggio che esprime la sua creatività attraverso varie forme.

Un artista può essere un pittore, uno scultore o architetto, un cantante (sì, anche Paolo Meneguzzi è, purtroppo, un artista se guardiamo al significato letterale del termine...), un ballerino, un attore teatrale, un musicista...

Artista è colui che fa sua e plasma un'Arte.

E' una persona che possiede un talento particolare (non tutti, però, ce l'hanno, sia chiaro...) e lo esterna al mondo che, compiaciuto, applaude, sentenzia, si entusiasma e lo porta all'apice, ma può anche distruggerlo e buttarlo all'Inferno...

Terence Trent d'Arby è quello che io considero un artista a 360°, dotato di una voce calda, sensuale, graffiante, ma anche vellutata, dai falsetti suadenti e controllata in ogni sua emissione (non a caso ha vinto un Grammy per la migliore voce maschile R&B nel 1998).

Ma non si limita al solo ruolo di cantante, poiché scrive, arrangia, suona la maggior parte degli strumenti in tutti i suoi album e balla come Dio comanda.

A tutto questo si aggiunge che Sananda Maitreya, sì, perché ora è questo il suo nome, dovuto ad un radicale cambiamento di vita in seguito a una profonda crisi vissuta, possiede anche un fisico invidiabile, anche adesso, a 46 anni suonati, unito a una gran bel faccino dai lineamenti leggermente orientaleggianti e pelle mulatta.

Sananda Maitreya è un figo, ha talento da vendere a migliaia di artisti, anche a rate rimborsabili a tasso zero... Pochi cazzi.

Ho avuto il piacere di vederlo in concerto nel 2003, alla veneranda età di 41 anni e vi assicuro che il Signore (ho messo la S maiuscola non per caso) ha tenuto uno show veramente con i contro cazzi, ha suonato, cantato e soprattutto ballato per quasi due ore, senza mostrare alcun segno di calo o cedimento.

Il primo album "Introducing the Hardline according to Terence Trent D'Arby" esce  nel 1987, e subito inizia la scalata delle classifiche grazie al singolo "If You Let Me Stay", trascinante sin dalle prime note, con percussioni un po' caraibiche, fiati, cori e tastiere che accompagnano la magica voce di Terence in un vortice r & b di pregevolissima fattura.

Mi ricordo che nei juke-box all'epoca, era un continuo, tra "Sign Your Name", grandissima ballad e forse il suo pezzo più famoso, "Dance Little Sister", un ritmo strappa mutande, chitarra e batteria funky, un groove da urlo, e il culo inizia a muoversi senza accorgersene e "Wishing Well".

L'influenza e la lezione dei grandi, come Sam Cooke e Stevie Wonder si sente fin dalla prima traccia "If You All Get To Heaven", passando per "Seven More Days" e la toccante, a cappella, "As Yet Untitled".

La musica si mette a servizio della voce, niente è mai esagerato, ogni nota, ogni arrangiamento, ogni giro sono perfettamente calibrati per valorizzare appieno il talento di Terence.

I cori sono perfetti, i fiati danno ai pezzi il perfetto stile soul e funky che solo i grandi come James Brown sono riusciti a trasmettere, il ritmo ti entra piano nel sangue e porta camionate di ossigeno ai muscoli, che iniziano, volenti o nolenti a seguire il tempo.

Quest'album è trascinante, dalla prima traccia all'ultima e finirà per raggiungere la soglia dei 12 milioni di copie vendute.

Se nascessero più artisti come lui, la scena pop non sarebbe così misera come ai giorni nostri.

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