Per la seconda volta torno alla carica con la segnalazione di questo gruppo The Books, formato dal duo amiracan-olandese Nick Zammuto Willscher e Paul De Jong, abbastanza snobbato dai più (ma temo per semplice ignoranza che altro) che ha fatto dell'elettro-noise-ambient fuso con un folk-lo fi esile e rarefatto il loro punto di forza (qualcuno al loro esordio coniò il genere "folktronica" appunto). Anche con questo "Lost and Safe" tornano infatti a mixare campionamenti di suoni, effetti, frasi (nel brano "Venice" si sente un italianissimo "così, più in là, via le teste" detta da un anonimo gondoliere) presi da ogni parte dello scibile umano; frammenti decontestualizzati che assemblati in questo puzzle di quasi tre quarti d'ora di splendida musica dal gruppo newyorchese alla loro terza esperienza, trovano nuovo vigore e nuova veste espressiva.

Un disco amaliante che manda letteralmente in trance ad ogni ascolto e cattura le profondità più viscerali di ognuno, coniugando sapientemente la glacialità dell'elettronica usata nei ritmi, negli esperimenti "cut and wrap", nei suoni sempre tra il ricercato e il lo-fi, con il calore delle strumentazioni più tipicamente acustiche (violini, chitarre acustiche, benjo appaiono sapientemente utilizzati in vari brani) e i cantati fragili e spesso appesi ad un filo (di voce) dei vari componenti (spesso intercambiabili) di una delle ensemble musicale più frammentate degli ultimi anni. Un metronomo affascinante ricco di rimandi e momenti felicemente dissonanti che si infiltrano tra pieghe sottocutanee e si compenetrano ai ritmi cardiaci del nostro cuore fino a farlo pulsare all'unisono con le 11 tracce di questo splendido lavoro di elettro-acustica.

Bello e intrigante quanto difficilmente digeribile in un'unica session dai più, per la ricchezza di passaggi, stacchi e invenzioni continue, che a furia de "destabilizzare" l'ascoltatore gli tolgono al tempo stesso il piacere di immergersi completamente e fargli assaporare qualcosa di più di brandelli di atmosfere continuamente frammentate e spiazzanti. Un disco che ancora una volta segna un piccolo step in avanti del duo, l'importante sarà chiarire l'avanti "verso dove" perché il rischio di accartocciarsi su se stessi è paurosamente dietro l'angolo salvo future decise sterzate di rotta. Poco ci è dato sapere dalle rare note di copertina (abbastanza insignificante e un po' fuorviante, a mio modesto parere) che, a parte i testi, hanno perlomeno l'accortezza di rimandare tutto al sito ufficiale.

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