Questa non è una recensione, ma un atto d'amore.
Perché i Rolling già li conoscevo, ma un disco come questo non lo avevo mai sentito. E mai lo sentirò, credo.
Perché il riff iniziale di Rip this Joint mi apre ogni volta.
Perché qui dentro c'è il rock, ma proprio tutto, e non me ne frega niente se qualcuno dice il contrario.
Perché Casino Boogie e Torn and Frayed non sono dei riempitivi.
Mick suonava da Dio, e gli hanno anche rubato i crediti dei pezzi. Ma si sa, quei due erano dei gran stronzi.
"On stage the band has got problems
they're a bag of nerves at first nights..."
Keith era sempre strafatto, ma questo si sa. Nicky era indiavolato, pestava sul piano che ogni nota doveva essere l'ultima. Rip this Joint ti porta su che manco te ne accorgi, altroché. Poi giù all'inferno, un riff assassino e via di Ventilator Blues e poi Keith che vorrebbe solo vedere la sua faccia. Di chi, di Cristo o del Diavolo? E alla fine passa Let it Loose, e ti accorgi che un piano così semplicemente non può esistere. E che canzoni così i Rolling non ne scriveranno più.
"Joe's got a cough, sounds kinda rough
yeah, and the codeine to fix it
doctor prescribes, drug store supplies
who's gonna help him to kick it..."
Questi erano i Rolling, e per me saranno sempre così.
Perché nemmeno io pensavo di scrivere queste due righe stasera.
Perché, probabilmente, anche in momenti come questi un disco ti può salvare la vita.
Niente va sprecato qui, neanche una nota.
"I'm the man on the mountain, come on up
I'm the plowman in the valley, with a face full of mud..."
Grazie.
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