Prime impressioni dal pianeta terra... pessime a giudicare dal posto in cui viviamo! 

Ed i cari Strokes sembrano non voler lasciare nulla al caso, raccontando nelle loro canzoni, con minuzia nei particolari, ogni situazione scandalosa, ogni attimo della vita di una gioventù ridotta a sesso e alcool e droga nel nuovo millennio, che non si configura più come la generazione "Punk" di un tempo, bensì si autodfinisce "Generazione Indie" che non ha nulla di originale, ma molto di ereditato.

Gli Strokes che si fecero padrini di questa "rivoluzione" con la r minuscola, dato che di aria vecchia non ne ha scacciata ma solo riportata, sbancarono con il loro primo disco nel 2001 "Is this it" fornendo alla critica un album che suonava nuovo, ma era suonato con gli strumenti e lo stile vintage debitore dei Television, Mc5, Stooges e irrimediabilmente dei Velvet Underground.
Scandoloso venire poi a sentire dal cantante, Julian Casablanca, figlio belloccio dello stilista plurimiliardario, su una rivista italiana: "Noi non conosciamo i Television e nemmeno i Velvet Underground, ci hanno detto però che sono bei gruppi e molti ci dicono che gli assomigliamo!"
... beh, viva la modestia e la falsità!

Ma lasciamo stare le affermazioni rilasciate alla stampa, che non interessano a quanto pare il gruppo, che piuttosto nel 2005 si è preoccupato di dare alla luce il terzo album della loro breve carriera musicale. "First Impressions Of Planet Heart" un titolo altisonante dal retrogusto di film di fantascienza che però con le sue 14 tracce risulta troppo pesante da digerire per un pubblico abituato alla brevità dei due album precedenti (sfioravano per poco i 30 minuti l'uno!)

Le canzoni dell'album però mostrano una crescita al livello sonoro che è innegabile, tanto che anche la produzione dell'album si discosta molto da quella del primo cd veramente Indie in tutto e per tutto, dalla rozzezza di una produzione a basso budget, fino allo stile scarno ma efficace.
Qui invece si sfoggiano soli che sanno di anni 70, si possono ascoltare pezzi con voce e moog e nulla più "Ask me Anything" o anche ritmi incalzanti con il singolo "You Only live Once" (spudoratamente preso dal 00settiano "You Only live Twice") e "Juicebox" dal video piuttosto di cattivo gusto e dal giro di basso molto simile (andate a controllare) a "Brand New Cadillac" dei mitici Clash.

Molti pezzi risultano troppo costruiti e noiosi come "Evening Sun" e "Killing Lies" dove la moscezza della voce di Casablanca raggiunge veramente il fondo. Innovative risultano invece "Heart In a Cage" e "Razorblade" con bei riff e temi che riportano il livello dell'album a gradevole.

Speravo qualcosa di più perchè confidavo in questo gruppo e invece quello che sarebbe dovuto essere il cd della maturità si rivela ancora troppo immaturo.

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