Girando in una musicoteca in una fredda giornata invernale nulla mi incuriosiva; novità, vecchi successi, compilation, nessuna di queste cose mi stimolava particolarmente; gira e rigira dopo vari cd passati tra le mie mani ne vedo uno in lontananza con la copertina molto strana un bananone giallo su sfondo bianco!

Carino penso tra me e me ma il gruppo come si chiama? Voltando leggo... "The Velvet Underground e Nico"... interessante anni '60 rock psicadelico... lo prendo! Mi dirigo verso la cassa pago la bellezza di 9 euro e sottolineo 9 euro e vado verso casa contento del mio buon acquisto, affascinato più dalla copertina e dal prezzo che dal suo contenuto.
Inserendo il cd all'interno del mio stereo mi sdraio sul mio letto completamente al buio, procedura che adotto spesso per l'ascolto di nuovi dischi. Si parte con la prima canzone "Sunday Morning", cappero dico tra me e me è quella della pubblicità, mi gongolo nel mio letto ascoltando le dolci melodie di questo pezzo e pensandomi su una spiaggia bianca a sorseggiare un buon drink inizio a sognare; forse senza saperlo la vera ninfa del disco mi sta avvolgendo. Mi risveglia da Morfeo "I'm waiting for the man" vera traccia uno del cd dei Velvet, la voce di Lou Reed entra nella mia camera senza bussare batteria e chitarra donano una cadenza quasi monotona al pezzo a cui danno comunque un certo alone suggestivo.

Entriamo nella terza traccia una rarità in termini di bellezza, anima e corpo del disco, sensuale e dark è la voce di Nico a fare da padrona una voce che mi culla nell'oscurità lasciandomi addosso la voglia di risentirla appena conclusa. La psicadelia-noir raggiunge il suo piu' alto effetto con "Venus In Furs" marcia cadenzata dove Reed narra di una malata storia di sesso. Meravigliosa. Si rianimano le danze con la successiva "Run Run Run" cavalcata blues-rock canticchiata quasi svogliatamente dal front-man. Si ritorna nell'oscurita con la danza funebre "ALL tomorrow's Parties" ed "Heroin", vero manifesto psicadelico, canzone che parte tranquilla quasi solare ma che con il passare dei minuti diventa sempre piu' vorticosa sempre piu' pressante una discesa negli inferi della droga da dove non c'e' più ritorno. La luce ritorna ad essere visibile con "There che goes again" e la dolce "I'll Be Your Mirror" dichiarazione d'amore di Reed alla bellissima Nico. Il finale dell'album è acido e allucinato la rumorosa in "The Black Angel's Death Song" e "European Son" regnano sovrane le distorsioni delle chitarre.

Mi risveglio dal mio "viaggio" musicale quasi in stato confusionale "The Velvet underground and Nico" sponsorizzato dall'eccentrico Andy Warhol è qualcosa di inspiegabile in poche parole, un disco che amplifica il binomio musica e arte. Canzoni come pezzi di un mosaico, mosaico di vita, mosaico di una generazione intera.

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