IL disco. Non è passato molto tempo da quando ho scoperto di che anno è Sunday Morning (avete presente la pubblicità dell’Enel?), ed è stato scioccante. Quella canzone è del 1995, non del 1967. Tant'è che ora, 40 anni dopo, i Velvet sono coverizzati, usati in pubblicità, presi ad esempio da chiunque.

Togliendo la prima traccia Sunday Morning e l'ultima European Son, per cui valgono discorsi a par-te, il disco è diviso in due parti: le canzoni cantate da Reed e quelle cantate da Nico. Reed ha una voce nasale, potrebbe cantare Rainy Day Women, ma non gli interessa: anzi, è proprio quello che vuole evitare, almeno nel 1967. I primi dischi dei Velvet, questo con Nico e WHITE LIGHT WHITE HEAT, sono fuori da ogni corrente di mainstream, quindi anche da quella pregevole di Dylan. I pezzi di Reed quindi sono quasi tutti veloci, pieni di distorsioni, difficili, dominati probabilmente come scrittura dall'avanguardista Cale.
Nico non fa parte dei Velvet, è un'aggiunta stabile durante quella specie di tour che molti artisti di molti tipi fanno con Warhol. I “suoi” pezzi sono lenti, l’altra faccia dello sperimentalismo, forse un po’ di fiato in mezzo ai deliri di Reed e Cale. Sperimentali però quanto gli altri, se è vero che There She Goes Again è comparsa in classifica nientemeno che nel 1999, in una cover dei Sixpense None The Richer identica all’originale.

“Sunday Morning”, come si può intuire, era destinata a Nico ed è stata cantata all’ultimo momento da Reed, ed è in effetti più simile a All Tomorrow’s Parties che a Run Run Run. European Son è il delirio finale fatto di rumore e distorsioni che vedrà il capolavoro in Sister Ray l’anno dopo. Da comprare.

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