Ero solito appropinquare le mentovate natiche al benché minimo consesso civile, quale che fosse la natura di quest’ultimo.
Era mi sembra di ricordare il secondo lustro degli zampaelefantati anni Settanta: improponibilmente acconciato, aduso a ben più inadatte distrazioni, acquisii e venni acquisito dal suddetto.
Disco osannato, disco bananato (sbuccia lentamente e guarda!).
C’era Gianni, al secolo Gianqualcosa, un ragazzo che millantava il millantabile e oltre, che osannava già allora il suddetto. Così seppi dell’esistenza degli Stooges, dei Velvet U., di cose che ricordavo fino a qualche decennio fa.
Sul disco cosa potrei dire di nuovo? Nulla credo.
Potrei dire che allora non sapevamo nulla, e scoprimmo tutto,
Poi mio cugino, lo fregai a mio cugino il disco. A lui non piaceva nemmeno.
Di lui mi ricordo tre cose: che mi sfotteva bonariamente per l'astigmatismo, che non ci chiamavamo mai per nome, e che è morto nel 14 aprile 1978.
Di eroina, troppo giovane. Sì, basta cazzate, ve lo dico.
Tutti lo sanno, chi mi conosce s’intende, che ho un coltello piantato nel cuore.
Associare questo disco a lui, cosa di cui non posso fare a meno, fa male.
Ascoltarlo fa male. Vuol dire ricordare.
Ma ricordare, fa sì male, ma fa anche bene. Quando non me lo ricorderò più sarà anche peggio.
(scusatemi tutti per lo sfogo, se non fosse stato per l'anonimato non avrei mai avuto il coraggio)
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