Un EP gratuito che si trova sul web. Un gruppo dal nome radical-chic fino ai massimi livelli. 
Non so nulla di loro. Non so se dietro le tre croci si nasconda un gruppo o un solista, ma quello che so è che il bello dell'obiettività musicale nasce nell'ascoltare un disco con cui si è completamente vergini. Senza lasciarsi influenzare da eventuali singoli o dai nomi.

Cinque canzoni e tanto furore. Ed è amore.  

Disco di sospensioni e battiti, d'oscurità e luci improvvise, "EP" si fa ascoltare con piacere e si rivela una bella sorpresa. E le più belle sorprese arrivano quando non te lo aspetti, un po' come quando un gruppo semisconosciuto come i nostrani Lorre diede alle stampe un lavoro assolutamente imprescindibile come "Roghi Dei Libri"

Cinque canzoni che, come pugni inesplicabili, si infilzano nelle orecchie dietro una patina che viaggia tra easy-listening e sperimentazione. Bastano le prime due tracce, le belle "This Is A Thick" e "Option" per lasciarsi andare in un mare di nebbia. In un cataclisma ipersonico. In una sfuggente maremma pop. 
Sono piccole canzoni, piccoli momenti di nulla. Sofferenza travestita da eleganza elettronica
"Bermuda Locked" sfiora la ballad, ma non smroza i toni. Emergono fantasmi famelici, disagi incurabili e ombre. Fumo di sigaretta ovunque, presenze indistinguibili. "Thholyghst" diventa, invece, improvvisamente rock, riuscendo a disegnare sia riff potenti di chitarra, che momenti spettrali, che ricordano il suono di un theremin subacqueo. 
E, con la chiusura riuscitissima di un pezzo davvero potente, ci si immerge sempre più nell'abisso sonico, tra le braccia di fantasmi assonnati e distrutti. Devastati. Tra spirali acquatiche che non lasciano scampo, prima che "Cross", lentissima sospensione di avvolgenti atmosfere e battiti quasi trip-hop, possa rapire anche quel poco di luce rimasta. 
E via, giù nel limbo spaziale. Giù tra i castelli di cristallo e crepuscoli senza fine. Tra i danteschi gironi infernali e l'universo di Morfeo. L'urlo di Medea e il vuoto incolmabile. 

Questo disco è un abisso. Sembra, a tratti, semplicistico, ma rimane sicuramente impresso.

E ascoltarlo durante un bell'acquazzone, con il cielo grigio e nuvole appena accennate, è veramente il massimo. 

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