_In un vacuo terreno, indefinito miscuglio grezzo, non di nota essenza proporzionato, rimosso anche da un evo concetto, coesistono frequenze dove, se da quelle entità prescindessimo, avremmo nulla. Per dar ora melodia maiestatica, scenario divin de lo stigio cammino, inoculiamo paura.
Suoni, non di strofe metriche, aleatori mascheran scopi, che si fanno forzieri immutabili. Superbi bassi fan da tetro contorno, disuniformi accenti dettan, a tal voci sublimi, distribuzioni eccelse. Stringhe, che da magia vibrante, costituiscono armonie. Aria, che è soffio vitale, egemonizza chiunque sfidi.
E per donar immensa sconfinatezza cosciente, vaga su per cupi dedali immaginari, combatti falsi te per formar milite invincibile, tollera quello che è tuo decader. Tenacemente fronteggia duelli per i quali tempeste alimenterai.
Contempla questo “to be”.
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Altre recensioni
Di joe strummer
Fear Inoculum è assemblato male, sembrano quasi canzoni strumentali con un tizio che prova a cantarci su.
La musica dei Tool nella sua scansione canonica non parla da sola, è un supporto ideale per dare forza a una voce.
Di algol
Questo è il miglior disco mai composto da una band di semi divinità, e chi lo nega non capisce un cazzo della Vera Musica!
Danny ha otto braccia come l’amorevole divinità che sovrasta il booklet e galleggia.
Di splinter
Le nostre orecchie vengono ancora una volta deliziate da atmosfere claustrofobiche ed oscure che non nascondono un tocco vagamente tribale.
"Fear Inoculum" è semplicemente la prosecuzione di un discorso cominciato con "Lateralus" e proseguito con "10,000 Days".