Comincio con lo scusarmi per quella che sarà consideratata una recensione trooooooppo lunga, ma ritengo essenziale cercare di esplorare il complicato e sublime mondo Tool con coerenza e professionalità, per non cadere nell'errore di ridurre uno dei più grandi capolavori della musica di tutti i tempi ad una banale quanto parziale descrizione di sonorità oscure di un ottimo gruppo metal californiano. Deciderò, dunque di affrontare la questione "aenima e ccore", e spero che lorsignori apprezzeranno quanto meno il tentativo di impegnarmi in una ricerca di profondità concettuale quantomai ardua.

Leonardo Fibonacci

Leonardo Fibonacci, altrimenti detto Leonardo da Pisa, fu un celebre matematico a cavallo tra dodicesimo e tredicesimo secolo, noto presso il proprio ambiente per intriganti et ardui indovinelli matematici, risolvibili con la serie numerica da lui scoperta, la "spirale di Fibonacci", che divenne già una classica sequenza algebrica nel corso del quattordicesimo secolo. Tale spirale, scoperta nel 1202, si basava su una successione numerica definita dalla formula: K(n) = K(n-1) + K(n-2), in cui ogni termine della serie, somma dei due numeri che lo precedono, è detto "numero di Fibonacci": 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, ...987. Il rapporto tra ogni numero di Fibonacci e il suo successivo si avvicina sempre ad un numero, 0,618, detto sezione aurea, rapporto altamente utilizzato per la composizione di elementi pittorici o architettonici. Tale numero suscitò un profondo interesse tra molti artisti dell’epoca (tra i quali Leonardo da Vinci), per i quali era noto come "divina proporzione". La spirale di Fibonacci fu considerata per molti secoli a fondamento di un'armonia universale, una sorta di senso naturale delle cose: ricorre infatti in diversi elementi in natura, come i petali di un fiore, le conchiglie, la crescita di una foglia su un albero, l'accrescimento biologico di alcune specie e persino gli andamenti del mercato azionario; le dimensioni della Monnalisa di da Vinci sono in rapporto aureo, così come le proporzioni del Palazzo di Vetro dell'Onu a New York. Espressione matematica della bellezza e delleleganza della natura.

La copertina

Sulla copertina di Lateralus, curata da Alex Gray, è disegnata una spirale di Fibonacci che dall'alto arriva a trafiggere cervello e petto della figura di un uomo senza pelle, sezionato in fogli translucidi, dopo i quali, ciò che rimane è la mistica energia di uno sfondo di occhi e riflessi, al centro del quale padroneggia la spirale. Osservato dal retro in controluce, l'album appare come una sorta di immagine sacra di un qualche santo, immerso in una corona di raggi.

Lateralus
"Io abbraccio il mio desiderio di...
Io abbraccio il mio desiderio di...
Sentire il ritmo di
Sentirmi collegato
Abbastanza per farmi da parte e
Piangere come una vedova da
Sentirmi ispirato, per
Capire bene il potere per
Essere testimone della bellezza per
Fare il bagno nella fontana per
Ondeggiare nella spirale per
Ondeggiare nella spirale per
Ondeggiare nella spirale della
Nostra divinità ed essere ancora umano"

Questo è ciò che per me è il perfetto epicentro dell'album. Si tratta della tracklist, si tratta del vortice verso cui tende idealmente ogni nota, ogni grido, ogni parola dell'album. È il punto gravitazionale attorno a cui ruota l'immensa rabbia e la sublime disperazione sviscerata da quella tigre in gabbia di Maynard James Keenan.

Rabbia

L'album parte con "The Grudge", la rabbia cosmica innata che si contorce in una travagliata cavalcata di otto minuti, con apice definitivo nel catartico e ormai famoso urlo di ventisette secondi della tigre, la cui voce è complessa e immensa più che mai. Il rancore viene sublimato in una presa coscienza della propria disperazione, una rabbia da alienare e nutrire come un corpo a sé stante (wear the grudge like a crown of negativity), per lasciarla esplodere ed andare, andare in un posto nuovo. Perché Lateralus apre alla rabbia infinita una dimensione nuova, dove i pezzi combaciano e dove l'eternità regala la coscienza che tutta questa sofferenza è un'illusione. Si tratta di una nuova presa di posizione differente dalla restante produzione dei Tool, come dalla restante produzione musicale di tutti i gruppi rock e metal del mondo. La follia si materializza in una specie di universo parallelo, a cui solo la spirale dell'armonia universale, l'armonia del cielo e della terra, dell'acqua e del fuoco può condurre. E alla spirale si può giungere solo attraverso la crocifissione del proprio ego e attraverso l'abisso della propria esperienza terrena. Ed è infatti proprio dopo "Thicks And Leeches", pezzo più violento e logorante dell'intero album, che si arriva a "Lateralus": ogni parola delle strofe è sillabata in modo da scandire perfettamente i numeri della serie di Fibonacci, attraverso un percorso di alienazione e supremo distacco dal proprio involucro che porta l'anima umana ad ondeggiare nell'infinità realtà della perfezione (may just go where no one's been / spiral out, keep going). Osservare per credere: black (1) then (1) white are (2) all I see (3) in my infancy (5) red and yellow then came to be (8)...

Riflessi

L'universo parallelo si manifesta tra riflessi di luce lunare, la luce della morte, uno sfondo di riflessi che ricorda quello dell'uomo dalle fattezze divine all'interno della copertina. Anche musicalmente, "Reflection" si inerpica impetuosa tra rimandi di altri brani (notare ad esempio che parte dell'assolo finale riprende un riff meno distorto di "Disposition", brano precedente a cui è legata da un'orgasmica batteria tribale, cupa e misteriosa), sviluppandosi su una base costruita dal rumore provocato dall'avvicinamento prima del basso e poi della chitarra all'amplificatore. Un rumore mistico, quasi trascendentale, che rimanda il suono dal timpano sinistro a quello destro, una sorta di effetto specchio sul quale si staglia la voce della tigre, questa volta però pregante, quasi in lacrime: E tu arriverai per scoprire

Che siamo tutti un'unica mente
Capace di tutto quello che
E' immaginato
E di tutto ciò che immaginabile è concepibile
Lascia solo che la luce ti tocchi
E lascia che le parole scorrano attraverso
E lasciale passare proprio attraverso
Facendo uscire la nostra speranza e la nostra ragione...

È il mondo della perfezione, in cui l'artistica rappresentazione dell'armonia nasce sull'orlo dell'abisso, e non potrebbe essere altrimenti. È il mondo in cui i conti tornano, perché la vita e i pensieri sono sostenuti dalla matematica perfezione non raggiungibile in questa dimensione fredda e cinica, e da un'eternità assicurata dalla fuga dalla propria dimensione corporea, e dall'arrivo nell'assoluto dove tutto si ritrova e nulla si potrà mai più perdere.

It's calling me.

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