La band californiana, dopo il successo indiscusso del capolavoro "ÆNIMA" (1997), dà alla luce un'opera altrettanto valida, l'attesissimo "Lateralus" (2001).
La formazione capeggiata da Maynard James Keenan ritorna profondamente evoluta, sia sul piano del suono che su quello concettuale. L'uscita del disco è preceduta dal singolo e dal video di "Schism", canzone simbolo dell'album, che mischia una sorta di arpeggio sincopato eseguito dal basso con una chitarra ambient, che rasenta, sul ritornello, un hard rock zeppeliniano basato su scale pentatoniche. Il tutto sfocia in un ponte psichedelico dapprima soft, poi incalzante fino a raggiungere un heavy metal accompagnato da riff di batteria di notevole complessità ritmica.
È da considerare l'emblema della nuova fatica dei Tool proprio perchè tutto l'album è percorso da variazioni di genere e suoni apparentemente incompatibili che, però, vengono sapientemente collegati tra loro creando un turbine di colori ed emozioni.
Ne è un altro esempio "Parabola", brano preceduto dalla mini-traccia "Parabol", nuovo singolo e video della band, strutturato su una base ritmica dapprima in quattro quarti che si perde talvolta su ritmi dispari letteralmente allucinanti.
Assolutamente imprevedibili, tracce come "The Grudge", "Tick & Leeches", "Lateralus" e "The Patient" lasciano inevitabilmente il segno nella mente dell'ascoltatore grazie ai loro riff di chitarra inimitabili e "impaccantissimi" e all'estensione vocale del più che mai convincente Keenan, reduce, tra l'altro, dal progetto parallelo degli "A Perfect Circle".
Il sound dei Tool, rispetto ad "Ænima", appare più pieno, più amalgamato, sotto la co-produzione di David Bottrill. Inoltre, l'artwork del disco, da sempre punto chiave nell'ideazione delle opere dei Tool, è curatissima, grazie al booklet plastificato del celebre artista Alex Grey e alla copertina in vinile scelta personalmente da Adam Jones, chitarrista e regista dei video della band.
Un occhio di riguardo va proprio ai videoclip, vere e proprie opere d'arte ricche di simbologie riguardanti l'introspettività dell'anima e la forza vitale dell'essere umano.
Come al solito, in entrambi i video, presenziano esseri sovrannaturali creati nella consueta tecnica dello stop-motion che da sempre caratterizza i filmati del gruppo.
Infiniti sono i concetti dei quali trattano i testi di Keenan in tutte le canzoni, dall'invidia alla smaterializzazione del pensiero e delle cose... si potrebbe parlarne per ore, così come delle particolarità ritmiche ed effettistiche ricorrenti in tutto l'album.
Un complimento va, infatti, al batterista Danny Carey, capace davvero di tutto e di cambiare il suono della propria batteria in maniera del tutto eccezionale tra una canzone e l'altra. Altrettante lodi meritano Jones e Justin Chancellor, autori di melodie che vanno oltre i confini dell'immaginazione.
"Lateralus" è un album non semplice da descrivere a parole, richiede un ascolto particolare e un'apertura mentale verso moltissimi generi musicali. È un disco che parla da solo, tra colori freddi e caldi, tra oscurità e luce.
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