Non ho paura del buio, eppure ogni volta che ascolto questo disco mi vengono dei feroci brividi che non mi lasciano scampo, nè respiro.

Non ce la faccio mai a sentirne solo un pezzo, senza aver gustato anche gli altri nove. è incredibile, ma questo avviene ogni volta ed avviene perchè questo album mi ha rapito il cuore e me l'ha fatto a pezzi.

Reduce del bellissimo esordio "Maxinquaye", Tricky, ancora in piena e gioiosa creatività aveva registrato questi pezzi con grandi nomi della musica alternativa femminile (Björk, Alison Moyet, Neneh Cherry, Martina Topley-Bird), durante l'estate 1996. E ci rimise anche l'anima, si sente: ogni pezzo ha una sua potenza, una sua dote, un suo pregio.

Bastano i primi accordi della cover di Siouxie And The Banshees "Tattoo" per cadere nel vuoto: Tricky sussurra e mette i brividi, mette tutto intorno i suoni crepuscolari si muovono lentamente creando tensione. Rimango già senza fiato.

"Poems" è un autentico colpo di genio: una delle più riuscite canzoni del musicista, dove su una struggente ritmica trip hop si snodano le voci ombrose e oscure di Tricky e Terry Hall e quella di bambina innocente e dolce di Martina Topley-Bird, che dimostra di essere a proprio agio con i pezzi più oscuri e suadenti.

"Together Now" con Neneh Cherry è un taglio netto, che si dirama in una ritmica selvaggia, dove affiora un anima di pop oscuro rapita da spettri black. Sperimentazione densa e intensa in soli tre minuti scarsi. Neneh canta come una dea impazzita.

Ogni pezzo è un cambio di rotta assurdo, dove i suoni e i colori si scombinano come un cubo di rubik. Originalità, anima e ispirazione si mescolano in canzoni ad alto respiro, come in "Keep Your Mouth Shut", ombroso remix hip hop della splendida canzone di Björk "You've Been Flirting Again".

"I Be The Prophet" è aperta con un irresistibile ostinato di archi, che soffoca lentamente l'ascoltatore. Martina canta in modo febbrile e sensuale. Uno dei vertici assoluti di Tricky, che sfocia nell'irresistibile soul di "Make A Change".

Martina si tramuta in sirena e domina bene la scena in una struggente "Black Coffee", dove un acquerello di suoni fanno sfondo ad una preghiera sommessa di matrice oscura.
"Bubbles" e "I Sing For You" rischiano con l'hip hop, ma emozionano e si fanno riascoltare più volte.

L'anima schizoide di Tricky è, però, racchiusa nella perla "Yoga", struggente murder ballad con una Björk mai così oscura che sussurra come un angelo occhieggiante. Il cielo si apre in due e un vortice di bellezza mai così estrema invade il tutto, con poesia e dinamica insuperabili.

Doveva essere quasi un disco di passamento, un gioco, ma in realtà "Nearly God" si dimostra essere il degno successore di "Maxinquaye" e una sfilza di canzoni splendide che sono nate dal periodo più glorioso e ispirato del musicista di Bristol. Non si ripeterà mai più a questi livelli.

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