Il ritorno alle origini. Quando l'ho sentito dire dalla stampa ero li che temevo. Non era accettabile, non era possibile. Gli U2 non potevano aver rinunciato a cambiare e a provare suoni e colori nuovi. Beh detto questo, il 31 Ottobre del 2000 andai dal mio negoziante di fiducia e presi il nuovo disco. Copertina in bianco e nero e scarna.

Inizia BEAUTIFUL DAY. La conoscevo molto bene e, devo dire, non mi era dispiaciuta. Ritmo con terzine nelle quartine, buon lavoro di basso e buona la chitarra. Il sound U2 c'era, sapeva un po' di già sentito, però andava. STUCK IN A MOMENT AND YOU CAN'T GET OUT OF IT invece si muove sulle classiche coordinate U2: ritmo da ballad cori di sottofondo di Edge, Bono basso e dolce, delicato lavoro di basso&batteria. Fila via liscia senza particolari spunti. ELEVATION. Questa canzone non mi andava proprio giù (e non mi va). Quando poi ho scoperto che piaceva anche ai miei compagni di classe, beh non l'ho più sopportata. Chitarra distorta di Edge, bravo anche Bono però la canzone non mi entusiasma, ma anzi con il passare del tempo mi annoia (nonostante l'ottimo lavoro di basso e di batteria). WALK ON invece si segnala in modo particolarmente piacevole nell'album per le buone liriche (dedicate a Aung Sunn Ki) e per la musica coinvolgente e ben curata (bravissimo Edge). KITE rappresenta l'episodio migliore del disco: toccante ballad scritta da Bono sul rapporto padre-figlio, dove troviamo un Edge molto ispirato e un Bono che urla (la voce si sente che è in calo, ma è normale) in modo molto passionale e coinvolgente.
La seconda parte si riapre con IN A LITTLE WHILE, una canzone molto soul cantnata molto bene da Bono che risulta fondamentale in questo pezzo in quanto la musica resta quasi in sottofnod, ad accompagnare il singer. Ma ecco che proprio quando sembra che l'album stia per decollare che arriva WILD HONEY. Canzonetta che non arriva da nessuna parte, da dimenticare. Gli U2 non mi possono fare sti scherzetti. PEACE ON EARTH è una buona canzone (bello il testo) ma in se non mi dice molto, nonostante il sempre bravo Edge. Ritorna il tema del rapporto-padre figlio in WHEN I LOOK AT THE WORLD, canzone da me apprezzata ma che stenta a decollare un pò come l'oscura NWE YORK (dedicata da Bono alla citta di NY) che solamente dal vivo esprimerà tutta la sua potenza. GRACE chiude il disco con una melodia molto rilassante e abbastanza azzeccata (ottimo Bono).

Basta così. Il cd si ferma e mi viene da pensare: beh, ma dove sono andati a finire? Cosa volevano dire questa volta? Il problema di questo disco e che non ha niente di nuovo. Mi sa troppo da trito. E anche quando pensavo che mi piaceva dopo un po' mi ha stancato. Certo, ha venduto tanto. Ma questo a me interessa poco. Poi la produzione non mi ha convinto; il lavoro finale non farebbe pensare a nomi così importanti (Brian Eno in primis + Daniel Lanois).
Insomma, stavolta ragazzi, non avete fatto centro. Ma ve la perdono (perchè How To Dismantle An Atomic Bomb, pur muovendosi su queste coordinate è meglio). Disco scialbo, comunque.

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