Hanno fretta i Voivod all'inizio del 2016 perchè devono presentare su disco il bassista Dominique Laroche, in arte Rocky. Il nuovo arrivato porta alla sontuosa corte degli impareggiabili canadesi volanti un background di tutto rispetto che addirittura si dirige dalle parti del Blues. Prontissimi per l'ennesima volta a stupire, con una tale facilità di scrittura da rasentare (come accaduto moltissime volte nella loro infinita carriera musicale) l'assoluta perfezione.

Post Society è un EP di soli cinque brani ma che supera la durata complessiva di trenta minuti. Quattro brani scritti dalle contorte mani di Away, Chewy e Snake; con in aggiunta sul finale una debordante cover di "Silver Machine", memorabile brano degli Hawkwind.

La copertina, al solito curata dal batterista Away (quanto voglio bene a quest'uomo!!) presenta uno scarno scenario desolato in bianco e nero. Un disegno fatto a mano libera con fantasmi e fumi industriali che vanno ad avvolgere, in un mortale abbraccio, il logo della band. Morte e distruzione sul pianeta Terra; su quello che rimane del pianeta Terra. Hanno il controllo totalitario su tutto; si comportano ed agiscono di conseguenza. Sono dei capisaldi della storia dell'Heavy Metal fin dai loro devastanti esordi. E dopo decenni di militanza restano un baluardo di coerenza, dedizione, integrità, libertà compositiva.

Chi come me conosce a memoria la loro carriera non ha dubbio alcuno nel riconoscere, fin dai primi secondi dell'ascolto dell'iniziale title track, uno stile unico, mi(s)tico, esplosivo. Ed è il basso di Rocky ad aprire il lungo brano che si mette da subito sulla retta via: Space-Thrash-Progressive suonato con quella perizia e quella "pulizia" esecutiva che sono un marchio di fabbrica imprescindibile. Continui cambi di tensione, rallentamenti dal solido respiro Psichedelico; Chewy, che ha il gravoso e difficilissimo compito di sostituire il leggendario Piggy (R.I.P), è un fiume in piena, inondando la canzone con una continua serie di riff obliqui ed ambigui che si susseguono dalla sua chitarra. L'amalgama sonora viene completata da Away, che sembra abbia mangiato pane e dinamite ascoltando la solidità compulsiva del proprio drumming e dalla voce graffiante, acidula, sporca il giusto di Snake.

Anche questa volta non vado oltre; e non mi serve altro per il massimo dei voti.

Post Metal? Credo proprio che la mia risposta sia affermativa...WE ARE CONNECTED...

Eterni, indistruttibili, proiettati nel nero futuro: VOIVODDDDDDDDDDD!!!!!!!!!!

Diabolos Rising 666.

Carico i commenti... con calma