Gli Xing Sa sono un trio francese emergente, sì proprio così, "una di quelle Band definite "next big thing", che ne senti parlare e strapompare su Pitchfork, che vedi in prima pagina raffigurati su Rolling Stone, o che trovi nelle pagine dei giornali di Gossip soprattutto nella stagione estiva e che i loro brani sono costantemente trasmessi in radio ad allietare conducenti e passeggeri imprigionati nel traffico con le loro frizzanti, solari e divertenti melodie""".

In realtà non sono proprio come descritto sopra, ma un tantino differenti, il tastierista Nicolas Goulay, il bassista Christophe Blondel e il batterista Nicolas Candè formano il classico trio di avanguardia progghettara che non fa accorgere l'ascoltatore che son privi della divina chitarra. I più incalliti ascoltatori di prodotti della Cuneiform han potuto apprezzare di recente un'altra formazione simile, gli statunitensi Far Corner, con le rispettive differenze stilistiche.

Infatti i francesini in questione, che come Special Guest presentano Gilles Wolff al Sax, sono abbastanza fedeli alle correnti musicali della loro terra d'origine e degli stati confinanti, linee di basso tipiche dell'Avant-Rock franco-belga  che si sposano con certa  Fusion di stampo tastieristico in strutture che ricordano parti strumentali dello Zeuhl non troppo ossessivo, in particolare quello sviluppatosi tra la fine dei settanta e dei primissimi anni ottanta di Band come Eskaton (quelli di "4 Visions", privati delle voci per intenderci).

Per "non troppo ossessivo" mi riferisco ad uno stile interamente strumentale che si distacca dai toni cupissimi dei primi Magma o degli Shub Niggurath, ma che propone un qualcosa che scorre in modo più piacevole, che riesce comunque a creare un connubio musicale eclettico, ma allo stesso tempo compatto, più vicino alla proposta dei Potemkine.

Il terzetto francese appartiene alle nuove produzioni della gloriosa etichetta Soleil Zeuhl, conosciuta principalmente  per aver distribuito i dischi più interessanti  del genere fondato dal rassicurante "Kobaiano" Christian Vander dei Magma, tra cui oltre ai già citati Eskaton e Potemkine, assolutamente da ricordare il capolavoro "Eros" dei Dun.

"Création De l'Univers" è al momento l'unico album di studio prodotto dagli Xing Sa nel 2010,  un Concept strumentale come descritto dal titolo, basato sulla creazione dell'universo, diviso in 13 tracce, a sua volta definite in 5 sezioni, ovvero "Feu", "Terre", "Metal", "Eau", "Bois",  brani che mettono in mostra l'abilità del gruppo, che riesce nell'arduo e raro compito di recuperare i dischi dei maestri dello Zeuhl, sempre stati di difficile reperibilità , togliere un po' di polvere che si è accumulata su di loro nel corso degli anni e riproporla in una veste moderna a qualche pazzo che  ancora cerca un qualcosa dove sia presente la passione per un qualcosa di ricercato e coinvolgente, che vada fuori dall'odioso "ascolta e cestina"  tanto in voga nel nuovo millennio.

I bassi Segersiani (Guy Segers degli Univers Zero), l'ipnotico Moog e l'andazzo Jazzistico della batteria creano un vortice di suoni e colori simili alla copertina, le componenti che danno vita a questo splendido debutto. Pochi ma memorabilissimi, i titoli appartenenti alla Soleil Zeuhl, a cui si aggiunge quest'ulteriore prodotto transalpino, tra le nuove proposte da segnalare anche gli Scherzoo con "01".

Roba per Buongustai.

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