Gli Amon Düül II. Eh, mica facile parlarne. Un gruppo enorme, multicolore, multiforme, indefinibile, libero. Virulentemente libero.

Recensire 'Yeti', un disco così importante e allo stesso tempo liquidamente sfuggevole, non è impresa da prendere alla leggera. Solo a guardarne la copertina si è pervasi da un senso di soggezione insinuante e di paura repressa. Prendere il disco in mano e infilarlo nello stereo, poi, richiede un atto di coraggio sovrumano. Penso che ne scriverò ascoltando dell'altro, chessò, i Buffalo Springfield.

Yeti è il CD più suonato nell'autoradio della barca di Caronte; è musica veramente primordiale e sballata, disinibente. Nei disco-bar del Secondo Cerchio, quando lo mettono a palla, le anime dannate si scatenano sui tavoli in balli orgiastici, come mille fiamme scosse dal vento.
Un doppio LP alto come l'Himalaya, esteso come l'Oceano Pacifico, immenso quanto il Sistema Solare; dopo averlo ascoltato ogni altra cosa vi sembrerà ridicola, il Live/Dead dei Grateful al confronto è un giochetto per bambini, un areoplanino al cospetto di una nave interstellare. Free-rock a livelli galattici, improvvisazione come non se n'è mai vista (il lato D è interamente improvvisato e porca puttana se è uno spettacolo!). La strumentazione è ampliata fino all'eccesso, soprattutto sul versante percussivo: batterie, bonghi, tamburi africani, marachas, tamburelli, tamburini, gong, nacchere e chi più ne ha più ne metta. Questi maniaci flashati si avventurano con naturalezza in arzigògoli elettronici dal retrogusto orientaleggiante, sempre conservando il piacere del rumore più alieno.

Ora, chi di voi lo conosce già sa di cosa parlo. Quando lo metti su ti devi preparare ad un viaggio bello tosto, non è roba che si può ascoltare tutti i giorni. Fai quello che vuoi, siediti in poltrona, distenditi, sdraiati sul pavimento, cerca di ignorarlo leggendo qualcosa ma stai sicuro che verrai rapito. Il nano con la falce mortale ti sventrerà, catapultandoti in un universo sconosciuto!
Sì, ma da dove arrivano questi eroi iperspaziali? Cerchiamo un attimo di contestualizzare.
Amon Düül era una comune di attivisti politici e musicisti a tempo perso che si dilettavano in gigantesche jam-session lunghe anche giornate intere, sempre nella promiscuità sessuale più libera. Ovviamente tra loro c'erano parecchie teste di cazzo e quando i rapporti all'interno iniziarono a sfaldarsi il gruppo si divise in due. Da una parte gli Amon Düül I continuarono nella stessa ottica di impelagamento politico ed improvvisazione free-form. Dall'altra gli Amon Düül II si impegnarono in un progetto di più alto valore musicale.

Già il loro primo LP, Phallus Dei (il Pisello di Dio, per la cronaca), era stato una sorpresa incredibile, un oggetto misterioso emerso dal più buio angolo del cosmo. Però è con Yeti che hanno veramente sfondato le porte degli Inferi, creando qualcosa di immortale. Velvet Underground, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Jefferson Airplane, Love, Grateful Dead, Pink Floyd, tutti imbarcati su una navicella interdimensionale e frullati affinché se ne vadano affanculo una volta per tutte.

Chiamala come vuoi: kosmische musik, krautrock, psychedelia, musica da sballo, avanguardia sperimentale, space-rock o come diavolo ti gira, fatto sta che questo è un doppio LP tra i più fantastici e sbarella-cervelli della storia. E non ci sono cazzi.

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